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Storie di confino. La ribellione di Nicola

Cristoforo Magistro, 27 gennaio 2013, ore 11:00

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Nicola Di Pede, confinato, nella foto a corredo della scheda biografica. (Archivio di Stato di Matera)

In tutte le epoche della storia vedo una folla di lavoratori che si affaticano lavorando con le proprie mani, creano strumenti, inventano tecniche empiriche ed infine procurano all'umanità le risorse che le permettono di vivere e di perpetuarsi. [...] Così non potrei dimenticare gli spiriti indipendenti che, rompendo col conformismo del mondo in cui vivevano, osarono criticarne i difetti e gli abusi; e meno ancora gli audaci che osarono denunciare l'autorità che i sovrani e le classi dominanti si arrogavano sul resto della nazione per sfruttarne il lavoro o che, all'occorrenza, affrontarono i pericoli con cui lo straniero e il tradimento minacciavano l'indipendenza della patria. [...]
Quando sfoglio le pagine del passato e i loro anonimi fantasmi escono dall'ombra, sento che dall'intelligenza sgorga una profonda emozione: una fraternità ci unisce. Finché il racconto servirà a salvare la loro memoria dall'oblio io non l'abbandonerò mai perché ai miei occhi questi uomini sono la luce della storia.
Georges Lefebvre

È stato detto che rimuovere il ricordo di un crimine vuol dire commetterlo di nuovo. Cosa si può dire di quei crimini del tutto ignorati da ogni pubblica rievocazione?

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Da Albano di Lucania al fronte del porto

Cristoforo Magistro, 07 gennaio 2013, ore 17:00

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Lavori alla metropolitana di New York, 1904.

Il primo maggio 1903 circa 16mila italiani addetti agli scavi della metropolitana di New York si mettono in sciopero chiedendo la riduzione dell'orario a otto ore e due dollari al giorno di paga.
Giorni dopo l'agitazione si estende a tutti i settori con lavoratori italiani.
"Essi – scrive il 5 maggio il console Branchi – pullulano in ogni quartiere e aumentano da ora in ora rendendo la situazione oltremodo difficile e pericolosa. Ieri vari leggeri conflitti fra scioperanti e polizia ebbero luogo in punti estremi tanto di New York che di Brooklin per tentativi di intimidazione a quei pochi operai che ancora si trovavano sul lavoro... Come già dissi i leader dell'agitazione non sono italiani. Essi sono i walking delegate delle Unioni Americane coi quali sarebbe inutile per me tentare di comunicare. Il fermento del resto non ha sede fissa. Esso comparisce a un tratto nei punti più disparati e all'apparire della polizia scompare come per incanto. Non si sa, nemmeno dalla Polizia, ove siano i luoghi di riunione".1

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Joseph Gallo, pionere dell’organizzazione del voto di scambio

Cristoforo Magistro, 05 novembre 2012, ore 10:00

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Providence (Rhode Island, Usa), 23 novembre 1912, esattamente un secolo fa.

Una questione ricorrente nel dibattito sull’emigrazione fra fine Ottocento e primo Novecento riguardava l’opportunità che gli italiani prendessero la cittadinanza del paese d’accoglienza. Al riguardo va ricordato che, all’epoca, l’opinione di chi intendeva tutelare il buon nome dell’Italia impedendo o limitando il più possibile gli espatri era largamente prevalente.
Fra i pochi che la contrastavano si era segnalato Francesco Saverio Nitti che in chiusura de L’emigrazione e i suoi avversari, una sorta di manifesto pro-emigrazione pubblicato nel 1888, scriveva: “È stata soltanto l’emigrazione che ci ha salvato dalla miseria e dalla crisi agraria, che ha distrutto la triste necessità dei bambini addetti a mestieri girovaghi, e che [...] è stata in faccia al mondo una vera e propria riabilitazione”.1

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La folla delinquente. Appunti sui moti del 1898

Cristoforo Magistro, 27 luglio 2012, ore 09:00

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Re Umberto I in una vignetta satirica tedesca dopo la repressione dei moti di Milano del 1898.

Nel 1913, in occasione della campagna elettorale per le prime elezioni a suffragio universale, a Montescaglioso, in un componimento satirico del "partito di sotto" che sostiene la candidatura a deputato di Nicola De Ruggieri contro Francesco D'Alessio – l'ambiziosissimo astro nascente della politica lucana che non potendo ancora, per la giovane età, presentarsi personalmente agli elettori ha pensato bene di mandare in parlamento, a tenergli il posto, il vecchio agrario bernaldese Gaetano Guida – il fatto sarà rievocato così:

... nun t'arrucuord' u' fatt' d' u nuvantott'
L' pauriedd s' n' sciern nda u' quarantott
E l' capr non forn' mangh' annuminat'.1

...non ti ricordi cosa accadde nel '98,
i poveracci finirono nel '48 (nei guai, ndr)
e i capi non furono neppure nominati.

Cosa era accaduto a Montescaglioso nel 1898, di così grave da poter esser confrontato alla repressione dei moti del 1848 in Italia e in tutta Europa?

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Gli invisibili

Claudio La Camera, 03 luglio 2012, ore 23:00

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Luba Lukova, 1995.

C'è un esercito immenso di fantasmi che ogni anno attraversa il Messico dal Guatemala, dall'Honduras, Salvador, Nicaragua. Obiettivo: i parenti che vivono e lavorano in Messico o negli Stati Uniti. Fantasmi: famiglie intere, giovani appena sposati, bambini, anziani. Tutti senza nome, senza identità.
La politica migratoria messicana impedisce loro di attraversare ufficialmente il Messico. Devono farlo da clandestini, devono attraversare le strade più pericolose. Ogni anno ventimila di questi fantasmi saranno sequestrati dagli uomini del crimine organizzato. Saranno torturati, le donne stuprate. La maggior parte saranno uccisi e poi ritrovati a gruppetti in fosse comuni. Una piccola percentuale si salverà. Quelli che riusciranno a pagare un riscatto da 100 a 3000 dollari. I narcos contattano le famiglie e chiedono di versare il riscatto presso gli sportelli della Western Union che gestisce così un ingente traffico di denaro e si rifiuta di fornire gli elenchi dei beneficiari.

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La bicicletta dell'anarchico

Cristoforo Magistro, 02 novembre 2011, ore 22:00

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Umberto I, re d'Italia; Marie-Francois Carnot, presidente francese; l'imperatrice Elisabetta (Sissi) di Baviera; Antonio Cànovas del Castillo, capo del governo spagnolo.

I guai a Giuseppe arrivano dall’America.
Gli rovineranno il resto della vita.
A mettere in moto l’ingranaggio da cui non uscirà più è il console italiano di New York che il 31 gennaio del 1901 comunica al ministero degli interni che un certo Di Bello, o De Belli Giuseppe di Domenico, barbiere di Salandra, durante il soggiorno ad Hartford, nel Connecticut, si è occupato “attivamente della propaganda anarchica e della costituzione di gruppi partito”.
Sempre a suo dire, Giuseppe, che da due mesi è tornato in patria, ha portato “lettere di anarchici per i compagni d’Italia” fra i quali ha ricevuto l’incarico di tenere viva l’idea.1

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Aliano fra letteratura e storia

Cristoforo Magistro, 18 ottobre 2011, ore 18:00

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Edizione NUE Nuova Universale Einaudi, 1974. Collana progettata da Bruno Munari.

Giunto come una divinità in incognito all’isola fra i burroni chiamata Aliano, Carlo Levi, il medico e pittore che nel 1935 il regime aveva condannato a tre anni di confino in Lucania per attività antifascista, attribuirà alle sue “terre nascoste” il merito d’averlo fatto umano.1
Si adottarono, in tempi e con modalità diverse, a vicenda.
Indubbiamente quell’Italia immersa in un tempo arcaico esercitò sull’intellettuale torinese una tale fascinazione da far quasi temere a chi lo conosceva che là potesse perdersi fra donne velate, capre, streghe ed angeli. “Non affondare troppo i tuoi occhi in quelli neri e senza fondo di quella gente…Parlami d’amore, non parlarmi di Aliano”, gli scriverà nel marzo del 1936 Paola Levi con la quale ha una relazione.2

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Com'è difficile descrivere un paesaggio

Viktor Borisovič Šklovskij, 16 settembre 2011, ore 11:00

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Viktor Borisovič Šklovskij (San Pietroburgo, 1893 – Mosca, 1984)

Sono stato in Italia tre volte e non mi decido a scriverne. Ne è stato scritto troppo e bene.
In Gogol alla fine delle Memorie di un pazzo, la trojka vola nell'aria sul mondo e da una parte c'è l'Italia, dall'altra si vedono le isbe russe. L'Italia, come uno strato invisibile, è sotto la creazione di Gogol: così nell'antichità, davano l'ultimo tocco alle pietre preziose, mettendo sotto di esse un foglio di metallo colorato.Cellini l'ha fatto in Italia.
In Italia, meglio di tutto, io conosco la Puglia.

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Sulle tracce di Scotellaro

Cristoforo Magistro, 14 settembre 2011, ore 00:00

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Carlo Levi, Contadine rivoluzionarie, 1951

A ragione L’uva puttanella di Rocco Scotellaro è stato definito nella prefazione fatta all’edizione del 1963 da Carlo Levi, che – si ricorderà – dell’opera del giovane sindaco di Tricarico era stato uno strenuo sostenitore, “una storia generale poetica del Mezzogiorno”. O, anche in riferimento al suo carattere di piana narrazione della situazione del Mezzogiorno nel secondo dopoguerra, “un memoriale, un memoriale dei nostri paesi".
G. B. Bronzini, Il viaggio antropologico di Carlo Levi, Bari 1996, pag. 170.

Fra le pagine che più vividamente danno testimonianza della partecipazione dell’autore alle vicende narrate, ci sono quelle riguardanti il suicidio di Pasquale, un anziano pirotecnico ridotto alla disperazione.1 A portarlo a un così estremo gesto aveva concorso la burocratica cecità della legge (gli erano stati sequestrati i materiali perché non aveva rinnovato la licenza), l’egoismo del contadino che aveva comprato la sua casetta e sfrattato e – scriverà Levi nella prefazione – “la vanità del potere, che non è un vero potere, e non può agire, e si corrompe in se stesso, e permette al vecchio fuochista di uccidersi”.2

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Qualcosa di sinistra

Gennaro Di Cello, 30 agosto 2011, ore 18:00

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Ho appena finito di trascrivere, a futura memoria, alcuni estratti di un intenso intervento conclusivo di Enrico Berlinguer al Convegno degli intellettuali, svoltosi a Roma al teatro Eliseo nei giorni 14 e 15 gennaio 1977, sul tema "L'intervento della cultura per un progetto di rinnovamento della società italiana", e pubblicato nello stesso anno da Editori Riuniti nella collana Il Punto con il titolo "Austerità: occasione per trasformare l'Italia".

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