San Rocco e il reddito di base internazionale

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Matteo 6,9-13 – Cei 1974
Ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte.
Genesi 3,19 – Cei 1974
Premesso che mettere in relazione san Rocco e il reddito di base è una cosa complicata, il tentativo spericolato viene affidato alla benevolenza del lettore implorando il perdono e a san Rocco chiedendo un miracolo culturale entro il 2019.
L'illuminazione di san Rocco

Il futuro dell’illuminazione è il led, mi disse un ventennio fa il mio grande fratello emigrante a Milano degli anni ’70, dipendente Philips-Italia settore luce. Da piccolo fratello, anche non capendo una mazza di cosa stesse parlando, gli diedi credito immediatamente. Ora il led è fra noi, sopra di noi, ci illumina d’immenso. A led è la lampada da 3 watt sul comodino per leggere a letto, verso sera, come al chiaro di luna. Il futuro dell’illuminazione è luminoso, sostenibile, ecologico, elettronico.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookCarri amati

Per la patronale ricorrenza, ogni anno, la partenza del carro trionfale di san Rocco dalla piazzetta della chiesa dei Cappuccini a Montescaglioso è prevista alle ore 19.30 del 20 agosto come da programma. Puntualmente però, parte in ritardo, alle 20 o alle 20.30, che è l’orario giusto, perché la luce del sole si spegne e si accendono quelle del carro che lo illuminano a giorno e fanno un'altra differenza con il carro materano della Madonna della Bruna, che invece ne è completamente privo, imbrunito, e tanto è illuminato san Rocco dalla potenza dei led che nelle foto è facile beccare il controluce.
Quando l’auriga lancia il segnale con lo scocchio di due baci ai cavalli agli attacchi, una massa di energia muscolare naturale si sprigiona per mettere in moto la magica festa del carro che alla discesa dei cappuccini inizia l’attraversamento delle principali vie della città in tutta la sua bellezza, splendente come l’arcobaleno dopo una pioggia estiva.
El Capro

El Capro falcetto-diavoletto congiunge il carnevale di San Constantino Albanese e il rito del falcetto di San Giorgio Lucano. È la sintesi di tutti i carnevali della Basilicata. Rappresenta il mascheramento dell'azione del mietere: i mietitori si comportano come se l'operazione fosse in realtà una battuta di caccia al capro. Il titolo del manifesto è una strofa della Canzone della Rabata, anonima testimonianza letteraria di dolore e di ribellione, di rampogna e di minaccia.
11 commenti | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookDevozione&guarigione

La salute è uno stato precario che non promette niente di buono.
Guido Ceronetti
Duecentodue euro per una visita cardiologica completa, trecentonovantunomilacentoventisettevecchielire, all’ospedale di San Carlo, intramoenia, visita allergologica centoquaranta euro all’ospedale della Madonna delle Grazie, crema lenitiva trentanoveuro farmacia Santospirito, viaggio a Medjugorje euro trecentosettantotto, totale eguale il costo di trenta secondi di fuochi pirotecnici di fattura italiana scoppiati in un botto.
Guarire costa un occhio, per modo di dire, fra medici e medicine.
San Rocco da taumaturgo, guariva gratis; non lo faceva per soldi ma per amore.
San Rocco, il cane e il pane


Il mondo sussiste per l’intelligenza del cane.
Zarathustra nell’Avesta, testo sacro della religione mazdeista
Beati i costruttori di pane.
In tutta l’iconografia san Rocco, tranne in una immagine che adesso non ricordo, è rappresentato con il cane Oreste o Reste; preferisco Reste, che fa più Rex ma evoca anche Rusty di Rin Tin tin e non ha niente a che fare con lo sdolcinato Lassie, i due cani della nostra infanzia che hanno allevato la nostra fantasia in bianco e nero.
47 commenti | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookCanzone della Rabata

La Rabata è tutta ruvinata
Andiamo facendo o frate o frate.
Promettono le strade e le latrine
Poi fanno le chiazzette a l'assassine.
Adda fernesce sta cuccagne
E se non ce volite sta
Le mazzate hann'a' cammina.
Ce chiammeno zulù e beduine
Ca nuie mangiamme assieme le galline.
Int'a' Rabata non ce so signore
Nun c'è Turati né Santoro
Nuie simme a' mamma d'a' bellezza
Nun simme né trifugghie e neanche avezza.
Voi che fate l'intelligente
Non capite proprio niente.
Se non fosse pe' li cafoni
Ve mangiassive li cuglioni.
Fronda d'ulivo

di Montescaglioso, locandina per il programma culturale di agosto.
Mauro Bubbico, 2014.
"Fronda d'ulivo" è una canzone epico-lirica il cui centro di origine è probabilmente da ricercarsi nell'Italia centrale e la cui area di diffusione sinora accertata si spinge nel nord fino in Romagna e in Istria e nel sud fino alla Puglia e alla Basilicata. Nella versione lucana, la protagonista "Fronda d'ulivo", nonostante sia innamorata di Cundu Scielle, riceve dal padre l'imposizione di disporsi alle nozze con Cuntu Maggi. Scapperà la prima notte di nozze per raggiungere il suo amato.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookSan Rocco l'étranger

San Rocco era un pellegrino, ossia uno "straniero".
Un pellegrino, cioé uno straniero, è il patrono del mio paese, quindi: straordinario, anzi miracoloso.
Peregrinando peregrinando, attraversando campi e percorrendo tratturi, Rocco diventò Santo in terra straniera – nemo sanctu in patria? – in un epoca abbastanza buia, quando il diritto internazionale delle genti era affidato alla buona fede.
Narrare la tradizione con gli occhi di Maurice Sendak

Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak è una pietra miliare della letteratura per l'infanzia. Apparve la prima volta nel 1963 negli Stati Uniti. A decretarne la fortuna fu il pubblico infantile: tradotto in quasi tutte le lingue, è uno dei libri più letti al mondo. Alla sua uscita il libro suscitò molte critiche di chi lo considerava spaventoso e diseducativo, non adatto a una lettura serale e capace di scatenare incubi nei bambini. "Nessuno prima di Sendak aveva osato mettere un bambino ribelle al centro di un libro destinato all'infanzia, nessuno aveva osato avventurarsi nei meandri della psiche infantile".
Nello sviluppo narrativo del libro di Sendak e della Notte dei cucibocca ci sono molte analogie. Entrambi, con la loro particolare sensibilità nei confronti del mondo infantile, assolvono alla stessa funzione: invitano il bambino a elaborare e vincere le paure e ad aprirsi a un mondo di fantasia e felicità.