If 6 was 9


Adesso se un 6 si è capovolto diventando 9
non mi importa, non me ne importa.
Se tutti gli hippy si sono tagliati i capelli
Non me ne frega, non me ne frega.
Stai a sentire
perché ho il mio mondo da vivere
e non ho bisogno di fare come te.
Colletti bianchi conservatori appaiono giù in strada
mi puntano contro il loro dito di plastica
sperano che presto il mio modo di essere crolli e muoia
ma sventolerò alta, alta la mia bandiera freak!
Jimi Hendrix, If 6 was 9
Musica e cucina

Quale relazione lega la ribollita toscana alla forma musicale della passacaglia, o le olive e i fichi secchi (di cui Platone si nutriva quando viveva in Magna Grecia) alla tecnica del basso ostinato, o i lampascioni sfritti della cucina appulo-lucana alla pizzica? Nessuna, o, se vogliamo, la stessa che lega per i poeti le stelle cadenti alle lacrime o lo scorrere del fiume al fluire della vita.
È l'antico gioco della metafora. E il gioco, molto divertente, consiste proprio nello sforzo da parte del lettore o dell'ascoltatore di legare cose diverse, di cercare relazioni dove non ci sono o non appaiono.
E allora i titoli dei brani musicali possono essere anche stravaganti e provocatori, come: Tre pezzi in forma di pera o Sonatina burocratica di Eric Satie, maestro in questo gioco.
Chet salì sulla montagna scagliosa

I nostri piccoli paesi sono come colonie extramondo di androidi, macchine spaziali, di cui si è perso il controllo, che navigano senza rotta definita, senza futuro certo, immerse nel magma di un tempo lento, incessante, con un ritmo sempre uguale a se stesso. Nulla accade che non sia già previsto fino a che un giorno quella monotonia viene interrotta dal ritorno di un emigrante, dalla visita inaspettata di un turista o di un personaggio importante, uscito come dai libri, dai fumetti, dal cinema, dalla schiera dei miti che coltiviamo come entità astratte, come concetti senza corpi. Al paese può succedere di vedere Francesco Guccini uscire dal bar della piazza come fosse cosa di tutti i giorni o Chet Baker suonare sulla cassa armonica allestita per la festa patronale. È in questi momenti che quel vagare perso e lento si sospende per un attimo e senti di appartenere al mondo. (M.B.)
Non capita spesso di trovarsi fianco a fianco con un artista di fama mondiale, un’autentica icona del jazz. È ancora più raro non rendersene conto, vuoi per manifesta ignoranza del mondo dell’improvvisazione musicale e dei suoi più autorevoli esponenti, vuoi per un astigmatismo accentuato o un qualsiasi difetto di percezione che impedisce di riconoscere l’artista, vuoi per la giovane età e lo studio del violoncello che all’epoca ti impegnava la quasi totalità del tempo, avvicinandoti al virtuosismo elegante e misurato di Andrè Navarra che al cool jazz o al bebop di Dizzie Gillespie & company. Delle tre l’ultima, nonostante un astigmatismo galoppante che procede tuttora inesorabile, quasi più veloce dell’inflazione degli ultimi anni.
Da dove viene e dove va il canto popolare?

Una domanda simile può sembrare mal posta se non inutile. Non sappiamo tutti che il Canto popolare è il canto della nostra terra, del nostro vicinato, quello in cui i nostri antenati si sono identificati (e noi con loro), l'espressione più alta della nostra cultura contadina e artigiana, quella che marca decisamente la nostra identità etnica e di cui andiamo fieri? E dove può andare ormai il Canto popolare, se quell'habitat socio/economico/culturale si è definitivamente dissolto?
Musica da camera e luoghi d'ascolto

Il repertorio cameristico, come è risaputo, è nato per rispondere all'esigenza di una fruizione più intima del prodotto dell'ingegno musicale, al di fuori delle occasioni pubbliche legate ad eventi straordinari sacri o profani. È sorto per far fronte al bisogno del compositore di raccontare se stesso a pochi intimi, e di conseguenza è connotato come prodotto per intenditori e appassionati e destinato a esecutori dotati di particolari capacità espressive.
Con la costruzione di sale da concerto, di teatri e di auditorium di ampiezza sempre crescente, la musica da camera è stata consegnata alla fruizione di masse sempre più numerose. Il fatto dovrebbe far felice ogni operatore musicale e ogni compositore.