Cibo o giocattoli?

e Anita Ekberg all'Eine Festival Italienischer Kultur und Lebensart,
19 giugno – 6 luglio 2003.
Nella celebre Inchiesta Jacini, prima ricognizione nell'Italia agricola postunitaria (1877–1885), il signor Giuseppe Morabito, relatore per il circondario di Monteleone (oggi Vibo Valentia), segnalava che con la pasta filata "si fanno dei cacio-cavalli di varie forme... degli scherzi per bambini come i cavallucci (da cui forse il nome di caciocavallo), delle trecce etc."
La notte dei cucibocca



Tremate tremate son finite le abbuffate.
Il cinque gennaio, dalla civiltà agropastorale della Murgia Materana, la sera che precede l'Epifania si svolge una festa dedicata ai bambini. Le origini e le motivazioni si perdono nella notte dei tempi.
Misteriose figure vestite di scuro, mantelli o vecchi cappotti, con in testa un cappellaccio o un disco di canapa da frantoio, il viso incorniciato da folte barbe bianche. Al piede una catena spezzata che striscia sul selciato con un rumore sordo.
Niente è originale

Antonin Proust, racconta di una domenica ad Argenteuil, lungo la Senna, con il suo amico Manet: «Credo, mi disse, di dover fare un nudo. Ebbene, ne farò uno. Quando lavoravamo all'atelier ho copiato le donne di Giorgione, le donne con i suonatori. È nero quel quadro. Les fonds ont repoussé. Voglio rifarlo, nella trasparenza dell'atmosfera con figure come quelle che vediamo laggiù».
Edouard Manet, Le déjouner sur l'herbe, 1862

Pablo Picasso, nel tentativo di superare il capolavoro di Manet, produsse una quantità industriale di variazioni sul tema. Tutti i disegni e le pitture della serie (1959-1961) furono raccolte in una strenna natilizia della Banca Popolare di Milano.
Pablo Picasso, Le déjeuners, Electa Editrice, settembre 1962


Niente è originale. Ruba da tutto ciò che suscita l'ispirazione o che alimenta la tua immaginazione. Divora vecchi film, nuovi film, musica, libri, dipinti, fotografie, poesie, sogni, conversazioni casuali, architettura, ponti, segnali stradali, alberi, nuvole, distese d'acqua, luce e ombre. Delle cose da cui rubare, prendi solo quelle che parlano direttamente alla tua anima. Se lo fai, il tuo lavoro (e furto) sarà autentico.
L'autenticità è inestimabile; l'originalità non esiste. E non preoccuparti di nascondere il furto, proclamalo se ne hai voglia. In ogni caso, ricorda sempre cosa disse Jean-Luc Godard: “Non è dove prendi le cose – ma dove le porti”.
Jim Jarmusch
Biglietti di fine anno
Natale in casa Cupiello

LUCA (calmandolo) Ma insomma, nun he' capito ca chillo te sfruculea? (A Vittorio) E fanno sempre chesto, 'e vvedite?... Però si vogliono bene... Fanno queste cose, ma il fondo è buono. Eh... ci abbiamo sempre tenuto alla famiglia. Ogni festa, ogni Natale ci facciamo i regalucci... E a mia moglie non ho mai mancato di comprarle qualche cosa quando sono queste sante giornate... L'anno passato le spegnorai l'orecchino... Essa che piacere che n'ebbe! E pure quest'anno... Ho pegnorato l'orecchino e l'ho comprato... (A Nennillo) Vide si avess' 'a veni' màmmeta. (Nennillo va ad origliare a sinistra. Luca, misterioso e sorridente) ...Ho comprato una cosetta...
PASQUALINO E io pure. 'A tengo dinto. Sapete... io sto in casa, donna Concetta mi accudisce...
LUCA (a Pasqualino) Va', Pasca'. Va', piglia chillo cartoccio che sta sott' 'o lietto... (Pasqualino esce per il fondo). Sono sciocchezze, ma quella ne ha tanto piacere... Si nota il pensiero... Ogni anno... come si dice?...
VITTORIO Certo.
Annotazioni sul repertorio bandistico

C'è un luogo comune che accompagna solitamente il dibattito sulla banda musicale e che, come tutti i luoghi comuni, ha la sua parte di verità. L'assunto è che la banda ha svolto una rilevante funzione sociale col portare la musica colta nei luoghi e nelle comunità meno dotate di strutture e disponibilità ad accoglierla. Ed è certamente vero quello che si dice quando si pensa alla penuria di teatri, orchestre e mezzi finanziari che ha caratterizzato e ancora caratterizza purtroppo un buon 80% del territorio italiano, dislocato prevalentemente al Sud, dove però i complessi bandistici hanno dato e danno il meglio di sé, divenendo spesso modello per altre esperienze in campo nazionale ed internazionale.
Biglietti di fine anno

Con l'approssimarsi del nuovo anno, i grafici si cimentano con il tema degli auguri. Che sia per un committente o per loro stessi, è l'ultimo disegno, l'ultima icona dell'anno, puntuale e necessaria come l'albero o il presepe. Sempre più spesso, per loro rappresenta il momento di buttare dalla finestra un anno andato a male, il tempo sprecato, l'amaro in bocca, i soldi da recuperare, la società che va a rotoli. Rivendicano anch'essi il diritto di dimenticare. Vogliono essere felici. Ma un bel tratto, un buon auspicio valgono per sempre, comunque dovunque e nonostante, sono occasioni di riflessione sul tempo che verrà. Per questo abbiamo deciso di raccoglierli indistintamente qui.
If 6 was 9


Adesso se un 6 si è capovolto diventando 9
non mi importa, non me ne importa.
Se tutti gli hippy si sono tagliati i capelli
Non me ne frega, non me ne frega.
Stai a sentire
perché ho il mio mondo da vivere
e non ho bisogno di fare come te.
Colletti bianchi conservatori appaiono giù in strada
mi puntano contro il loro dito di plastica
sperano che presto il mio modo di essere crolli e muoia
ma sventolerò alta, alta la mia bandiera freak!
Jimi Hendrix, If 6 was 9