Una ricerca sui grafici e i tipografi che presero parte alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo, svolta nel 2010 all'interno del corso di progettazione grafica del secondo anno di specialistica dell'Isia di Urbino, ha avuto il merito di fare un po' di luce sul loro impegno, indagando fatti e vicende tragiche di cui furono protagonisti. Furono uomini semplici, lavoratori ed intellettuali che, ubbidendo ad una necessità interiore, misero a disposizione le loro conoscenze professionali o scelsero la lotta armata per reagire alla sopraffazione e l'odio e poi, con la ricostruzione, si impegnarono a dare forma concreta agli ideali di libertà, di pluralismo, di autogoverno riassunti nella Costituzione. Tra questi una delle figure più amate e care è sicuramente Aldo Novarese. Lo vogliamo ricordare, per chiarire il dna della nostra cultura.
Novarese, un uomo dai molti caratteri
di Laura Fuligna
Aldo Novarese, "uomo di raffinate conoscenze e di rara esperienza progettuale circa la moderna estetica applicata alle lettere", pur essendo l'ultimo erede di una secolare tradizione nell'Arte della stampa, quella italiana di Aldo Manuzio, Giambattista Bodoni, Raffaello Bertieri e Giovanni Mardersteig, è stato una figura molto spesso dimenticata come fosse il normale destino di coloro che per una vita si impegnano nella produzione di strumenti tecnici concreti (i caratteri) per l'elaborazione di pensieri astratti, utili al cammino dell'intera umanità.
Della vita di Novarese si conosce poco. Come la vita di molti maestri sta nelle cose che hanno prodotto in cui, con tenacia quotidiana, hanno impresso e fuso il loro sentire più intimo, l'imperativo di dare forma alla bellezza come reazione ai fatti tristi e ai traumi che la vita gli ha procurato. Così è accaduto che quei fatti, quei pericoli scampati, quella morte toccata non l'hanno più raccontata perché la dimenticanza è un diritto da rispettare. Se poi qualche volta quelle storie sono come sfuggite di bocca dietro a una domanda insistente o, più semplicemente, per rispondere al bisogno di dare voce alla memoria, ecco che quei fatti sono diventati leggende.
Di Novarese non esistono molte immagini fotografiche e questo è un altro dato significativo del personaggio schivo e riservato. Al contrario sono conosciuti i tanti caratteri che ha cominciato a disegnare fin da giovanissimo, credo che alle lettere abbia dato l'incarico di rappresentarlo in modo totale e per sempre.
Il progetto di questo libro è incentrato sulla passione civile del cittadino Aldo Novarese che, chiamato alle armi, fu imprigionato per aver protestato allo scoppio della guerra; in quell'occasione si salvò da una dura condanna grazie ad una medaglia d'oro guadagnata ai Ludi Iuveniles, i saggi di cultura fascista, arte e sport di fine anno, ai quali partecipavano da tutte le province italiote, che avevano l'epilogo a Roma.
Con l'armistizio del 1943 aderì alla resistenza e fu partigiano nelle file garibaldine, si rese protagonista di una serie di episodi atroci, che lo segnarono duramente, catturato dai tedeschi fu fucilato ma rimase vivo miracolosamente, si salvò rimanendo per due giorni sotto i corpi trucidati.
Aldo Novarese si formò alla Scuola per artieri stampatori di Torino e alla Scuola Tipografica e di Arti Affini Giuseppe Vigliardi-Paravia di Torino (1931–1936) dove fu allievo di Alessandro Butti, di cui divenne collaboratore nello studio artistico della Società Nebiolo. Lo studio era stato fondato nel 1933 da Raffaello Bertieri, umanista e disegnatore di alfabeti, con il proposito di formare specialisti nella formazione del carattere, è qui che Aldo Novarese affinerà le sue capacità esprimendosi con estro e genialità.
Finita la guerra e ritornato alla vita normale, per circa quarant'anni legherà il suo nome alla fonderia Nebiolo. Negli anni cinquanta disegnerà il Garaldus, classico ed elegante carattere per testi editoriali, il Juliet, garbato corsivo inglese, il Recta, ricchissimo di variazioni seriali, carattere lineare per gli stampati commerciali, e poi "fantasie" come Slogan, Ritmo, Estro.
Del 1962 è l'Eurostile, con lo Stop il suo carattere più conosciuto, considerato ancora moderno e rappresentativo della cultura italiana scelto da Pentagram (2006) per il logo dell'identità turistica della Sardegna, in netta controtendenza con lo stereotipo del sole e del mare di altre identità del Mediterraneo: "la forma moderna delle lettere, combinata con il patchwork di colori caldi (derivati dai ricchi ricami dei costumi tradizionali sardi), riflette le due parti della Sardegna: la storia e la tradizione da un lato, la modernità e l'apertura dall'altro".
Metropol, Magister, Forma, Delta, Elite, molti sono i caratteri disegnati per la Nebiolo fino al 1978 con l'introduzione delle fotocompositrici elettroniche e dell'informatica si chiude l'epoca del piombo, Aldo Novarese continuerà a disegnare caratteri e a diffonderli in tutto il mondo, una speciale classifica giapponese gli assegnerà il primo posto per numero di caratteri prodotti, circa 200.
Nel piccolo libro di Laura Fuligna la sua vita e il suo lavoro vengono raccontate attraverso un lavoro di smontaggio e rimontaggio delle pagine di specimen dei suoi caratteri da stampa, operando un cambio di senso in chiave non-violenta del messaggio originale.
A destra, ad ogni stile viene associata una fisionomia umana cioè un "tipo", l'espressione visiva di un carattere interiore.
Nel 1957 Novarese propose una classificazione degli stili dei caratteri tipografici ispirata a quella di Maximilien Vox del 1955. Attraverso i tratti terminali (del piede) si riconoscono i caratteri suddivisi in dieci distinte famiglie, secondo la caratterizzazione storica, estetica e del disegno.
Lapidari
si rifanno ai caratteri romani antichi. Hanno grazie triangolari che formano un angolo acuto con la linea di base.
Medioevali
chiamati anche gotici. Erano i caratteri tipici del periodo di Gutenberg, ma oggi di difficile lettura. Hanno estremità allungate caratterizzate da angoli accentuati. Le grazie sono definite "a punta di lancia rivolta verso il basso".
Veneziani
derivano dai caratteri romani antichi, come i Lapidari, ma da questi si differenziano per l'estremità arrotondata delle grazie e per il piede dell'asta appena concavo.
Transizionali
hanno grazie orizzontali e sottili, terminano con un'asta la cui base ha andamento lineare. Il Times New Roman è un tipico esempio di carattere Transizionale.
Bodoniani
hanno un rapporto di spessore esasperato tra le aste. Hanno grazie che si uniscono con l'asta verticale della lettera, formando un evidente angolo retto.
Scritti
detti anche calligrafici. Imitano la scrittura a mano. Assumono pertanto caratteristiche assai eterogenee in relazione al tipo di strumento di scrittura che si imita. Possono essere suddivisi in calligrafici legati o non legati.
Ornati
sono caratteri con decorazioni. Formati generalmente dalle solo lettere maiuscole, utilizzati come capilettera.
Egiziani
sono riconoscibili per le grazie ad angolo retto.
Lineari
detti anche bastoni. Sono i caratteri di concezione più moderna, privi di grazie e spessori delle aste uniformi, al giorno d'oggi chiamati comunemente sans serif.
Fantasie
gruppo difficilmente classificabile, comprendente tutti i caratteri che non rientrano nelle precedenti categorie.
(fonte: Wikipedia)