Che cosa è la sfilata di san Rocco sul Carro trionfale, trainato da sontuosi cavalli e cavalieri in processione per le vie di Montescaglioso, se non la manifestazione dell’orgoglio, pride in inglese, di essere Montesi? Sguardandosi dentro con occhi sani, chi è Montese?
Il Montese è una delle straordinarie, meravigliose, biodiverse, variabili identitarie del genere umano.
Maschio o femmina, Montese o Montesa, Montes*, l'asterisco per prescindere il genere sessuale, è chi, naturalmente dotato del senso di appartenenza, avverte quella sensazione unica di piacevole soddisfazione derivante dalla imprevedibile collocazione geografica della culla nella quale si è stati deposti al momento della nascita per mettere le radici e crescere. Poco importa se si nasce con o senza la camicia, quello che conta precisamente è che il punto, la casa, la strada, il numero civico, ricada nei fogli di mappa particella sub cat del territorio del Comune di Montescaglioso provincia di Matera, Basilicata, Italia, rilevato anche dalle coordinate satellitari di Google Maps e da quelle catastali dell'Agenzia delle Entrate.
A fare il montese concorrono diversi elementi come a esempio l'aria collinare che respira o il pane quotidiano di semola rimacinata che mangia, ma una definizione in forma finale rimane impossibile a dirsi. La sfilata del Carro, comunque, è il segno di riconoscimento tangibile di quella cosa intangibile che ti spinge a resistere ai 40 gradi all'ombra durante la processione, che ti spinge a tornare se ti ritrovi lontano tedesco svizzero o americano e sopportare ogni sacrificio fosse solo per i fuochi di artificio.
Tutto ciò è magia e il 20 agosto è magico.
Ecco, il 20 di agosto: il 20 di agosto tutti i calendari, da Frate Indovino a Barbanera, e il sito santodelgiorno.it riportano in grande la ricorrenza di san Bernardo di Chiaravalle! Solamente il Montese vede scritto sul suo calendario san Rocco di Montpellier e anche questo comportamento concorre a definire la Montesità. Una disobbedienza alla Norma, leggi Legge, raccontata come esigenza di ottimizzare i costi della festa, cioè pagare di meno e ottenere di più illuminazione, bande musicali e fuochi pirotecnici, diventata poi Uso, che praticamente contraddistingue il Montese fra tutti gli abitanti di paesi e città che festeggiano lo stesso santo protettore.
In verità, non festeggiare il 16 agosto come previsto, è anche un cruccio nel senso che, se da un lato si realizzano i vantaggi economici, dall'altro ti fa sentire un po' micragnoso, tirchio, spilorcio, taccagno. Pensare oggi di mettere fine all'afflizione e all'amarezza ritornando ad onorare san Rocco il 16 agosto e rendere manifesta la generosità dei montesi è una battaglia persa in partenza, non se ne può parlare proprio! Incomincia così a trasparire la caratteristica peculiare del montese originale, la capatosta, sulla carta d'identità annotata idealmente nei segni particolari.
La capatosta indica letteralmente la durezza del cranio, letterariamente quella ostinazione pervicace e irragionevole, riconducibile a scarsa elasticità mentale e a sfiducia preconcetta nei ragionamenti e consigli altrui. La capatosta viene socievolmente accettata tanto che autoironicamente il montese si recita I so' d'Mond e tegn a capatost, ci vuo' send a banna nostr, zinnannà zannannà. La capatosta però è il sinonimo della migliore virtù dei montesi ispirata da san Rocco sia il 16 che il 18, 19, 20 e 21 di agosto, la perseveranza; soprattutto la perseveranza impegnata con coraggio nella lotta infinita contro la stupidità, la spietata malattia che con bestiale testardaggine può rendere invivibile il naturale paradiso terrestre patrimonio di tutti, generi umani compresi.