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Franco Mazzoccoli, 18 febbraio 2011, ore 19:00

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Carnuele, che brutta sorte!
Prima l'allegria e dopo la morte
Lu destinu t'ha cundannete
Ogni anno a murì crepete
Matteo Salvatore 

Secondo la terminologia più accreditata, carnevale deriva dal latino carnem levare, cioè eliminare la carne dopo l'ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, immediatamente prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Per prescrizione ecclesiastica il carnevale è collocato fra l'Epifania e le Ceneri, inizia cioè con la prima delle sette domeniche che precedono la settimana santa, la domenica di settuagesima e termina con la vigilia delle ceneri, dura due settimane e due giorni con un breve spazio temporale che va dal giovedì grasso al martedì grasso. Per la Chiesa cattolica il tempo di carnevale è detto anche tempo di settuagesima ed è l'occasione per una riflessione e una riconciliazione con Dio.

Nonostante faccia parte della tradizione cristiana, le sue origini sono da riportarsi a festività più antiche come le dionisiache greche o i saturnali romani nati dal bisogno di sovvertire l'ordine sociale, liberarsi dagli obblighi sociali e rovesciare le gerarchie. Al loro posto, lo scherzo, la dissolutezza, la festa ma anche il rinnovamento e la purificazione collegati ad antichi riti agrari volti a propiziare un nuovo ciclo annuale. La presenza di gruppi mascherati che, con la loro simbologia che va dall'imitazione di essere umani, ai fantocci o ad animali diversi, caratterizzano ogni singolo carnevale; il mancato rispetto di tutte le norme, il caos al posto dell'ordine costituito dimostrano il bisogno di purificazione ma anche la consapevolezza del riemergere di un nuovo ciclo che ricostituisca l'ordine passando attraverso il testamento con il quale si denunciano le malefatte compiute dalle comunità durante l'anno e con il conseguente funerale del carnevale, al quale si addossano tutte le colpe del vecchio ciclo annuale. Il trasporto pubblico, parodisticamente, è accompagnato dal pianto funebre delle maschere e dalla moglie del Carnevale che è già pronta a consegnare alle popolazioni il figlioletto erede che avrà la stessa sorte l'anno successivo.

Sulla scorta di queste notizie abbiamo messo a confronto alcune manifestazioni carnevalesche che si svolgono in Basilicata. Negli interventi che si susseguiranno mostreremo, anche con filmati, le diverse caratteristiche delle maschere del Carnevale di Valsinni, Cirigliano, Tricarico, San Mauro Forte e Montescaglioso.

 

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Carnevale a Valsinni

Ripreso dopo anni di abbandono grazie all'interessamento di giovani valsinnesi, quali Daniele, Raffaele e Giovanni, il carnevale di Valsinni è il più giovane e, forse, il più intellettualmente costruito degli altri, anche se rispettoso della tradizione del luogo. Solamente un anno fa il carnevale ha ripreso a vivere con molte difficoltà e una delle prime esigenze è stata quella di individuare una maschera tipica che rappresentasse il paese e che lo caratterizzasse.
Poiché l'antico nome di Valsinni è Favale, cioè il luogo in cui si coltivano le fave, ci si è subito orientati verso una maschera che richiamasse alla mente la pianta o il prodotto. Una geniale intuizione di Vito Guerra fece sì che la maschera che avrebbe dovuto rappresentare Valsinni fosse ricavata dalle foglie delle canne che crescono abbondanti sulle rive del fiume Sinni. Ha così, per l'occasione, elaborato e costruito due maschere, molto apprezzate dai suoi concittadini e dai turisti, tanto che sono state premiate e scelte come simbolo carnevalesco di Valsinni.

Dalle foto e dal filmato a corredo dell'articolo si può meglio apprezzare il lavoro svolto, la qualità e la capacità di rimandi ad altre maschere dei paesi vicini pur mantenendo una propria singolarità. Quest'anno i giovani valsinnesi si cimenteranno nuovamente nell'organizzazione del Carnevale, il secondo con queste caratteristiche, preparando altri costumi che si aggiungeranno ai primi, sfilate e cortei per il centro storico e piatti di f'rzul', una tipica pasta fatta in casa, preparata dalle mani sapienti delle donne del luogo che hanno subito accettato l'invito di dimostrare il loro antico senso dell'ospitalità che caratterizza la gente del posto. Abbondanti bicchieri di vino buono accompagneranno la festa che si svolgerà il 5 marzo.

 

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