San Rocco, il cane e il pane
Il mondo sussiste per l’intelligenza del cane.
Zarathustra nell’Avesta, testo sacro della religione mazdeista
Beati i costruttori di pane.
In tutta l’iconografia san Rocco, tranne in una immagine che adesso non ricordo, è rappresentato con il cane Oreste o Reste; preferisco Reste, che fa più Rex ma evoca anche Rusty di Rin Tin tin e non ha niente a che fare con lo sdolcinato Lassie, i due cani della nostra infanzia che hanno allevato la nostra fantasia in bianco e nero.
Canzone della Rabata
La Rabata è tutta ruvinata
Andiamo facendo o frate o frate.
Promettono le strade e le latrine
Poi fanno le chiazzette a l'assassine.
Adda fernesce sta cuccagne
E se non ce volite sta
Le mazzate hann'a' cammina.
Ce chiammeno zulù e beduine
Ca nuie mangiamme assieme le galline.
Int'a' Rabata non ce so signore
Nun c'è Turati né Santoro
Nuie simme a' mamma d'a' bellezza
Nun simme né trifugghie e neanche avezza.
Voi che fate l'intelligente
Non capite proprio niente.
Se non fosse pe' li cafoni
Ve mangiassive li cuglioni.
Fronda d'ulivo
di Montescaglioso, locandina per il programma culturale di agosto.
Mauro Bubbico, 2014.
"Fronda d'ulivo" è una canzone epico-lirica il cui centro di origine è probabilmente da ricercarsi nell'Italia centrale e la cui area di diffusione sinora accertata si spinge nel nord fino in Romagna e in Istria e nel sud fino alla Puglia e alla Basilicata. Nella versione lucana, la protagonista "Fronda d'ulivo", nonostante sia innamorata di Cundu Scielle, riceve dal padre l'imposizione di disporsi alle nozze con Cuntu Maggi. Scapperà la prima notte di nozze per raggiungere il suo amato.
San Rocco l'étranger
San Rocco era un pellegrino, ossia uno "straniero".
Un pellegrino, cioé uno straniero, è il patrono del mio paese, quindi: straordinario, anzi miracoloso.
Peregrinando peregrinando, attraversando campi e percorrendo tratturi, Rocco diventò Santo in terra straniera – nemo sanctu in patria? – in un epoca abbastanza buia, quando il diritto internazionale delle genti era affidato alla buona fede.
Narrare la tradizione con gli occhi di Maurice Sendak
Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak è una pietra miliare della letteratura per l'infanzia. Apparve la prima volta nel 1963 negli Stati Uniti. A decretarne la fortuna fu il pubblico infantile: tradotto in quasi tutte le lingue, è uno dei libri più letti al mondo. Alla sua uscita il libro suscitò molte critiche di chi lo considerava spaventoso e diseducativo, non adatto a una lettura serale e capace di scatenare incubi nei bambini. "Nessuno prima di Sendak aveva osato mettere un bambino ribelle al centro di un libro destinato all'infanzia, nessuno aveva osato avventurarsi nei meandri della psiche infantile".
Nello sviluppo narrativo del libro di Sendak e della Notte dei cucibocca ci sono molte analogie. Entrambi, con la loro particolare sensibilità nei confronti del mondo infantile, assolvono alla stessa funzione: invitano il bambino a elaborare e vincere le paure e ad aprirsi a un mondo di fantasia e felicità.
Arriva la festa: tasca vuota e mal di testa
San Rocco voglio farti la festa, devo farti la festa, a tutti i costi.
Io speriamo che abbassino i prezzi: quelli dell'illuminazione, i fuochi e le bande "sonore". E il "foglio"?
Andiamo in ordine.
Fine delle abbuffate
Un Carro carico di Angeli
Angelo di Dio e del Carro di San Rocco che sei il mio Custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste, amen.
Nel 2009 circa sette Angeli del carro di San Rocco volarono via, esodati, in cinque in una stanza del Capitolo dell'Abbazia di San Michele, L'Arcangelo dell'Intelligenza, quello che ci permette di scegliere il nostro modo di vivere e di dominare l'esistenza. I manufatti in cartapesta hanno trovato sistemazione in due nicchie che sembrano fatte apposta.
Erano ormai vecchi? Dovevano andare in pensione? Erano stanchi di stare sul Carro? Non facevano bene il loro lavoro?
Con la loro aura di antiquariato moderno, ora continuano a ricordarci con la presenza artisticamente materiale, la presenza spirituale, sottile, invisibile, che abita un luogo straordinario come la nostra Abbazia Benedettina e la Chiesa di Sant'Angelo. Nel 2010 al loro posto sul Carro Trionfale salirono nove Nuovi Angeli, freschi, giovani, splendenti, luccicanti, slanciati, in compagnia di quattro o sei Putti o Amorini (spero di non aver sbagliato a contare tutto) con le loro faccine che non si capisce se sono maschietti o femminucce.
Omofobia
È ormai prassi consolidata in Italia, da parte di designer di una certa formazione culturale che considerano la comunicazione visiva una pratica interventista, uno strumento in grado di informare ed educare, produrre autonomamente iniziative con l'intento di accendere il dibattito intorno a temi cruciali per la vita civile del nostro Paese. Omofobia presenta una serie di manifesti progettati e stampati da Studio FM, uno tra i più interessanti studi di grafica milanesi, proprio in occasione della giornata contro l'omofobia del 2010.
Festa grande d'Aprile
Guardatevi! Territori di bande! Misure di sicurezza!
La Resistenza Italiana a cura del Corpo Volontari della Libertà, 1947. Copertina di Remo Muratore.
Bilancio di una lotta. Abbiamo pagato la libertà 46.187 partigiani, 46.000 soldati, 40.000 deportati morti.
16.D. Rionero in Vulture (Pz), settembre 1943. Un operatore militare canadese ritrae la folla radunatasi per ricordare le 18 vittime della breve sanguinosa occupazione del paese da parte di militari tedeschi e di paracadutisti italiani della divisione "Nembo", durata dall'11 al 28 settembre.
Mostra della resistenza italiana, di Remo Muratore e Italo Pietra, Bordeaux 1947.
La stessa foto pubblicata nel libro La Resistenza Italiana del 1947 è accompaganta dal testo: L'Italia giovane e nuova, con le case bruciate sui monti, coi quadri rapiti, coi soldati caduti, coi deportati spenti, coi partigiani massacrati. Non abbiamo sotterrato cadaveri, ma semente.
Diagramma del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.