Perché San Rocco è San Rocco
San Rocco, il mio cuore nella tua mano
Il primo mattino del primo di agosto, al primo botto di bomba all’oscuro da 18 cm di diametro, il cuore incomincia a battere forte forte forte forte forte. Primo per lo spavento e secondo perché entra nel movimento della festa in onore del Santo protettore. Il ritmo incalzante dell’ottavino della Bassa musica montese che annuncia l’avvio dei festeggiamenti, sposta la frequenza dei battiti verso una piacevole e sostenibile tachicardia. Dal primo al 27 agosto il mio cuore è nella mano destra di San Rocco, quella sulla colonna in piazza, tesa nel gesto di controllo della potenza devastante delle energie naturali e delle forti emozioni umane che terremotano la vita.
San Rocco: pace in cammino
… quello che il mondo produce
no, non è mai pace.
Ma ho bisogno di te
per riempire il mio cuore.
Pino Daniele
Il Mondo, la Terra, l’Universo, il Creato non sono mai stati posti totalmente tranquilli per nessuna specie umana, animale, vegetale, minerale.
Camminare sulla terra in tempi di post covid e di guerre diffuse, ghiacciai che si sciolgono, incendi boschivi, strisce pedonali, violenze verbali e disastri finanziari non è proprio una passeggiata. Restare fermi, d’altronde, non fa parte della natura dell’Uomo che anzi, per costituzione fisica e per due belle gambe, è fatta apposta per il cammino. Il nomadismo, la migrazione e tanti altri tipi di spostamenti e viaggi sono funzionali alla conoscenza e allo sviluppo dell’essere umano nella continua, instancabile, infinita ricerca del benessere materiale e spirituale.
San Rocco, l'orgoglio montese
Che cosa è la sfilata di san Rocco sul Carro trionfale, trainato da sontuosi cavalli e cavalieri in processione per le vie di Montescaglioso, se non la manifestazione dell’orgoglio, pride in inglese, di essere Montesi? Sguardandosi dentro con occhi sani, chi è Montese?
Vivere con il Carro trionfale di san Rocco
Vivere con il Carro è vivere con Dio, in Dio, per Dio, liberi dal male, distaccati dall’avidità, dall’invidia, dalla gelosia, dalla rabbia, dalla paura della beatitudine, dell’amore e della morte.
A muovere il Carro sulle poderose ruote ferrose insieme ai cavalli c’è l’irrefrenabile gioia di coloro che desiderano con tutto il cuore vedere il Santo protettore trionfare riccamente adornato, ricoperto di oro e addobbato di fiori, luce e colori: quando è festa è festa, e lì è la testa.
San Rocco e il reddito di base internazionale
Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Matteo 6,9-13 – Cei 1974
Ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte.
Genesi 3,19 – Cei 1974
Premesso che mettere in relazione san Rocco e il reddito di base è una cosa complicata, il tentativo spericolato viene affidato alla benevolenza del lettore implorando il perdono e a san Rocco chiedendo un miracolo culturale entro il 2019.
L'illuminazione di san Rocco
Il futuro dell’illuminazione è il led, mi disse un ventennio fa il mio grande fratello emigrante a Milano degli anni ’70, dipendente Philips-Italia settore luce. Da piccolo fratello, anche non capendo una mazza di cosa stesse parlando, gli diedi credito immediatamente. Ora il led è fra noi, sopra di noi, ci illumina d’immenso. A led è la lampada da 3 watt sul comodino per leggere a letto, verso sera, come al chiaro di luna. Il futuro dell’illuminazione è luminoso, sostenibile, ecologico, elettronico.
Carri amati
Per la patronale ricorrenza, ogni anno, la partenza del carro trionfale di san Rocco dalla piazzetta della chiesa dei Cappuccini a Montescaglioso è prevista alle ore 19.30 del 20 agosto come da programma. Puntualmente però, parte in ritardo, alle 20 o alle 20.30, che è l’orario giusto, perché la luce del sole si spegne e si accendono quelle del carro che lo illuminano a giorno e fanno un'altra differenza con il carro materano della Madonna della Bruna, che invece ne è completamente privo, imbrunito, e tanto è illuminato san Rocco dalla potenza dei led che nelle foto è facile beccare il controluce.
Quando l’auriga lancia il segnale con lo scocchio di due baci ai cavalli agli attacchi, una massa di energia muscolare naturale si sprigiona per mettere in moto la magica festa del carro che alla discesa dei cappuccini inizia l’attraversamento delle principali vie della città in tutta la sua bellezza, splendente come l’arcobaleno dopo una pioggia estiva.
Storie di finali e di finalisti
Eccoci. Siamo rimasti in tre. Manca un’ora e mezzo alla finale di Arezzo Wave Basilicata. Entriamo nella sala Piko e Aris, che suona le percussioni nella Sit band che accompagna Alea, è alla batteria. Ci dicono che in realtà è lì a giocherellare e sfogarsi già da un bel po’. Poi qualcuno si aggiunge al piano, così lui continua a giocherellare, ma stavolta al microfono. E canta anche bene, oltre a essere un provetto ballerino di reggae music. Vado a farmi un giro. Quando torniamo trovo nuovamente lui, stavolta con Pasquale, il trombettista della band, che guarda un vecchissimo video su youtube: James Brown al Teatro 10 di Cinecittà. Storia. Cercano di imitarne lo stile e i movimenti e c’è da dire che il risultato non è neanche poi così fallimentare.
La musica non è morta, non qui
Da Mutonia al Cecilia il rock'n'roll viaggia e il sound lucano ci culla.
Storie di check, chiacchiere e birra
La sala Piko del Cecilia mi ha sempre affascinato. E non necessariamente per il fatto che si lega a una storia o perché sono la solita superfan dei luoghi intimi e raccolti, ma perché è uno dei pochi posti in cui qualunque tipo di band ci suoni non ti sembra fuori posto. Conosciamo molti music club, posti o locali in cui vai a sentire gruppi pop-rock o jazz o dj-set di elettronica e in cui sarebbe fuori contesto un live etno-folk o una rap battle. Mentre qui, nonostante ci sia venuta spessissimo, per la prima volta oggi noto questa cosa.