Se non ora, quando?
suor Eugenia Bonetti
Il mio grazie a tutto il mondo femminile qui presente per chiedere il rispetto per la dignità della donna.
Io sono suor Eugenia Bonetti, sono una missionaria della Consolata, vissuta in Africa per ventiquattro anni e dal 1993 impegnata in un Centro di Caritas di Torino dove ho conosciuto il mondo della notte e della strada e dove ho incontrato il volto, le storie, le sofferenze, la disperazione e la schiavitù di tante donne portate in Italia con il miraggio di una vita confortevole per trovarsi poi nelle maglie della criminalità organizzata. Dal 2000 lavoro a Roma come responsabile dell'Ufficio Antitratta Donne Minori dell'Unione delle Superiori Maggiori d'Italia per coordinare il servizio di centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto, nei centri di detenzione e d'espulsione e soprattutto nelle case famiglia per il recupero di tante giovani vite spezzate.
Taranto chess je

Taranto questa è
La provincia più inquinata d'Italia, con l'Ilva che produe 8,8% dell'inquinamento europeo da diossina e causa 1.200 decessi all'anno; l'Ilva, primo impianto siderurgico d'Europa, produce dieci milioni di tonnellate di acciaio l'anno ed è attraversato da duecentocinquanta chilometri di ferrovia interna. Un'industria che da quarant'anni distribuisce vita e morte. L'industria siderurgica di Taranto ha causato 180 morti sul lavoro, 8.000 invalidi, 20.000 morti tra cancro e leucemia. Il 97% della diossina prodotta in Italia proviene dall'Ilva di Taranto. Il 78% di tutto il piombo emesso nell'atmosfera nazionale, 32 tonnellate di idrocarburi, il 95% del totale nazionale, 1.300 capi di bestiame abbattuti nel solo 2008 per avvelenamento da diossina.
Taranto chess je
Un documentario pubblicato in dvd della durata di 35 minuti realizzato dai giovani filmaker di Treenet Studios. Alla scoperta della cultura urbana che genera l'hip hop, si imbattono nella figura dello "Sciamano", una delle migliori espressioni della crew tarantina che con i suoi ritmi, un mix di rap, hip-hop e funky, e una scrittura poetica dura, è impegnato in prima fila nel denunciare i problemi che affliggono Taranto: sfruttamento, disoccupazione, emarginazione, corruzione politica, inquinamento.
Il degrado di una città e di un quartiere, Salinella, è raccontato attraverso le testimonianze di residenti che hanno abitato nelle cosiddette saracinesca, abitazioni-garage di 20-30 metri quadri ad alto tasso di umidità, e che sognano di vivere in una vera e propria casa. Storie di miseria, promesse, burocrazia, illusioni.
Generazione 88

Visioni Urbane è un progetto della Regione Basilicata nato nel 2007 per indirizzare la creatività e lo spirito di iniziativa verso progetti di crescita economica e sociale. Si è posto l'obiettivo di individuare, in maniera trasparente e condivisa, cinque immobili nelle due province, di Potenza e Matera, da ristrutturare ed adibire a spazi laboratorio per la produzione culturale. Con una modalità inedita, il team di Visioni Urbane ha provato ad invertire il processo, coinvolgendo la "scena creativa lucana" nelle scelte per progettare insieme i contenuti prima ancora dei contenitori, per far sì che i centri e le attività ospitate siano poi economicamente sostenibili.
Dopo una lunga fase di formazione e di progettazione, lo scorso 4 febbraio il primo dei cinque spazi è stato aperto al pubblico per un'anteprima, in attesa che venga poi, in seguito ad apposito bando pubblico, affidato in gestione. Si tratta dell'ex polifunzionale di Tito (Potenza), oggi Centro per la creatività Cecilia.
No, noi no!

La copertina del libro per i capi squadra Balilla.
Manuale della capo squadra Balilla con il testo del giuramento.
Illustrazioni di Zedda, 1935.
Il professore universitario, il semiologo, il filosofo, lo scrittore, lo studioso, il critico, l’intellettuale Umberto Eco è intervenuto ieri alla manifestazione Libertà & Giustizia per manifestare il suo punto di vista sulla situazione italiana, non disdegnando di citare, nel suo discorso, una canzonetta, sia pure scritta da Strehler. Il significato dell’intervento di Eco e il suo pensiero forse sono più completi se si legge anche l’articolo Vieni avanti Critone… apparso su L’Espresso di questa settimana.
Umberto Eco
Ho l'impressione di parlare un po' fuori dal coro anche se la vostra quantità pian piano comincia a confortarmi perché ero arrivato qua con molto scetticismo, con l'idea che, per quanto noi gridiamo o gridassimo o grideremo, Berlusconi le dimissioni non le dà.
Noi credevamo che il nostro presidente del consiglio avesse con Mubarak in comune una nipote e invece c'ha anche questo vizietto di non voler dimissionare, anche se l'esercito dice «non ci sto» lui rimane lì. Perché non vuole darle? Mah, è stato già detto dai miei amici, oggi.
Semel in anno licet insanire

Per Ensor il carnevale non rappresenta solo un avvenimento divertente, l'evasione dalla monotonia quotidiana, ma il racconto di un mondo anarchico e alla rovescia in cui i rapporti politici e sociali vengono ribaltati. Ensor ne mette a nudo l'aspetto ridicolo e assurdo.
Siamo in periodo di Carnevale e intendiamo dedicare all'unica festa in cui è lecito fare pazzie una serie di interventi con scritti, selezioni di articoli apparsi su quotidiani locali negli anni passati, brani di ricerche e di studi, grafica, fotografia e video sulle diverse tipologie di maschere, interventi che saranno proposti a cadenze settimanali fino all'otto marzo, ultimo giorno di Carnevale in cui le manifestazioni spontanee ed organizzate si svolgeranno in quasi tutti i paesi della Basilicata.
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Libri al rogo

Il primo capitolo del Terzo Reich si apre con un rogo di libri del 1933, l’ultimo si chiude in dissolvenza sui campi di sterminio.
“Là dove bruciano i libri, si finisce con il bruciare anche gli esseri umani” fu la premonizione di Heinrich Heine.
È ciò che accadde. I roghi come le camere a gas: la distruzione dei libri fu il primo passo verso la distruzione degli ebrei, perché la parola stampata è essenziale alla sopravvivenza e all’identità non solo per il “popolo dei libri”.
Buzzurro arricchito

In questi giorni si parla e si scrive molto del film di Antonio Albanese, uno dei comici più bravi che il nostro bel paese si vanta di avere e del suo personaggio Cetto La Qualunque, ricalcato sulla figura del presidente del Consiglio italiano.
Si è detto che il suo personaggio, con la sua comicità volgare, presuntuosa, arrogante, sia imitazione di titolari di imprese edilizie locali, che sicuramente ognuno di noi conosce: personaggi pieni di sé, intrallazzisti, così cafoni da intercalare nei loro pseudo-discorsi la frase “che cazzo capisci tu”, convinti di poter comprare tutto e che tutte le persone sono acquistabili, “dipende dal prezzo”. Buzzurri arricchiti.
Tango (di esperienze e sentimenti)

Tango, che agli albori della computer art e dei videoclip, nel 1983 ha vinto l'Oscar come miglior cortometraggio animato, se pur in bassa definizione, artigianale e con difetti, è forse il lavoro più riuscito e conosciuto di Zbigniew Rybczyński

Una palla finisce all'interno di una stanza vuota attraverso una finestra, un ragazzo entra per raccoglierla. Come in un tango le figure si incontrano, si toccano, si sfiorano, interpretano un'azione della loro vita senza mai uscire di scena e ripetono incessantemente la loro parte come trasportate sul carrello di una fotocopiatrice che va su e giù in un movimento paranoico e sincronico. Trentasei personaggi escono ed entrano con un comportamento ripetitivo, si incrociano per occupare lo spazio stretto di un'unica anonima stanza, dal pavimento di legno e dalla carta da parati blu a motivi geometrici, senza mai scontrarsi, come fossero figure bidimensionali, ritagliate, in azione su un set claustrofobico. Zbigniew Rybczyński ha dovuto disegnare e dipingere circa 16.000 mascherini trasparenti e fare diverse centinaia di migliaia di esposizioni su una stampante ottica. Ci sono voluti ben sette mesi, sedici ore al giorno, per realizzarlo. «Il miracolo è che il negativo durante il processo ha subito un danno minimo – ha dichiarato il regista – e ho fatto meno di cento errori matematici su diverse centinaia di migliaia».
4 commenti | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookElogio del monarca savoiardo

Sì, quei sfottuti stronzi mi cacciarono da Matera. Mi tolsero la residenza, mi cacciarono. Venni qui a Mattina con Marietta, Francesco e Luisa. Trent’anni ancora non li avevo.
Ero falegname a Matera. Lavoravo legno, la mia passione. La passione ce l’avevo da ragazzino quando badavo alle vacche. Impegnavo il tempo a intagliare legno. Ricavavo bastoni cucchiai e mestoli. Imparai da massar Nicola: mi affilava la punta dell’attrezzo, m’istruiva sul legno d’olivo di ciliegio d’olmo e di cerro. Veramente imparai anche con il latte per il formaggio e la ricotta. Non continuai con le vacche, mia madre mi volle artigiano. Mi affidò a mast’Eustachio.