Le maschere di Tricarico

Nel Carnevale di Tricarico sfilano personaggi che impersonano tori e vacche. Neri con nastrini rossi i primi, bianche con nastrini colorati le seconde. Inquadrati secondo un ordine rigoroso che si rifà alla mandria in transumanza, il corteo è aperto dal massaro, vestito di pelli, con bastone e fucile, impegnato a mantenere l'ordine nella coloratissima sfilata e ad impedire e controllare le intemperanze dei tori.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookW la squola pubblica

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. [...]
Art. 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. [...]
Dalla Costituzione della Repubblica Italiana
Mio zio Mario, insegnante elementare prima, direttore e ispettore didattico poi, aveva l’abitudine, ogni volta che aveva la possibilità di stare con me, di farmi domande, anche in latino e in greco, per conoscere il mio grado di apprendimento. Una volta, non ricordo più per quale motivo, pronunciai la parola exodus con l’accento sulla o. Mi fece subito notare che exodus si pronunciava con l’accento sulla e. Gli risposi, con arroganza e prepotenza, che al telegiornale avevano detto proprio exòdus e quindi anch’io mi sentivo autorizzato a pronunciare allo stesso modo. Guardandomi con benevolenza, ma anche con rimprovero perché mi chiedeva di ragionare e di fare tesoro di ciò che avevo imparato a scuola, mi disse: «Sì, però tu hai studiato!»
Paese lucano

Ci sono autori con cui si stabilisce una sorta di patto di sangue, una intesa indissolubile dovuta a origini e a un sentire comuni, a percorsi di ricerca paralleli in spazi temporali differenti ma contigui. Sono persone per le quali si nutre un affetto e un rispetto particolare, è quello per i padri e i maestri e durerà per sempre.
Paese lucano di Leonardo Sinisgalli e Mimmo Castellano fu pubblicato per la prima volta nel 1964 dall’editore Amilcare Pizzi di Milano. Di quel monumentale fotolibro furono stampate 500 copie e diffuse dall’Eni come strenna natalizia.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookQuando muore un poeta contadino

È l'ultimo sabato di febbraio. Chi vuole, può scorgervi l'approssimarsi dei colori, dei tepori, dei voli decisi degli uccelli. I fiori del mandorlo non senza dolore rompono gli indugi e si presentano a nuova vita, seguiti dal pero e dal pesco mentre le erbe rinvigoriscono. Il carro del sole di marzo riveste di verde la terra, di fieno e fiori le messi, ma è nel muschio la forza del poeta, / nella resina, nel rosso / dei pettirossi cercanti: quando ascoltante / la forza del poeta è il suo silenzio.1
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Ottanta candidati alla 3a repubblica. Derattizzatori caustici descilipotizzatori sbarbareschizzati: i nuovi netturbini del paese per il centocinquantenario.
4/20 marzo 2011
Fortino di Sant'Antonio Abate, lungomare Imperatore Augusto, Bari.
Orari mostra: 10,00 / 13,00 – 16,00 / 19,00
Verme

Certe mattine preferiva lo specchio del guardaroba a quello del bagno. Oltre ai peli bianchi sul petto, poteva osservare per intera la propria nudità e il vuoto immenso dello specchio.
A vestizione avvenuta, prestava attenzione particolare alla cravatta, al taglio delle basette a punta, alla rasatura, alla camicia, alle calze e a tutto il resto. Un dirigente esemplare, perfetto, diceva a se stesso mentre abbozzava dei sorrisi, gli stessi che avrebbe dedicato ai superiori durante la giornata.
Vestiva con eleganza e ricercatezza, non come certi colleghi in camicia o in orride felpe a mezze maniche e logori jeans. Nello specchio si esercitava più volte con i sorrisi. Non poteva sorridere in modo sguaiato aprendo per intera la bocca: aveva i premolari divorati dalla carie. I denti non se li curava. Dei dentisti aveva terrore, li odiava.
Strangulapriéviti

Terranova del Pollino è un paesino della Basilicata a quasi mille metri d'altezza. Ci si arriva da una strada curva che non porta da nessun'altra parte. In un paese in cui è raro vedere giovani perché sono ormai tutti andati via, dal 1981 un cuoco, attraverso la ricerca di testi in archivi, riscopre il prezioso patrimonio della cucina lucana. Con un meticoloso lavoro di recupero e un'attenzione particolare per ricette che risalgono al Medioevo e al Rinascimento, è diventato un punto di riferimento imprescindibile per chi voglia conoscere a pieno il fascino di una terra antica e meravigliosa. Le sue mani esperte preparano pietanze che non si trovano in nessun altro posto. Con ospitalità e buon umore, spiega i piatti quando li serve, sciorinando un'indescrivibile cultura culinaria. Parliamo di Federico Valicenti e del suo ristorante Luna Rossa.
A lui che è stato inserito tra i sedici migliori ristoratori italiani da Gambero Rosso abbiamo chiesto di scrivere qualcosa per questo sito. Lo ha fatto.
Purtajene nu piatto de chilli maccaruni che li prievete chiamano strangulamuonace e li muonace strangulaprievete.
(in Raffaele Andriuoli, Vocabolario napoletano-italiano, 1877,
brano del Settecento)
Avete mai sentito parlare della pasta chiamata strangulapriévete, "strozzapreti"?. Dal greco straggalào, arrotolare, e prepto, incavare, potrebbe derivare il sostantivo "strangulapriévete", ad indicare che dall'impasto di acqua, farina e sale si ricavano, arrotolandoli e incavandoli sul tagliere cosparso di farina asciutta, questi piccoli bastoncini spessi un centimetro.
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Carnuele pecché si' muorto?


Carnuele, che brutta sorte!
Prima l'allegria e dopo la morte
Lu destinu t'ha cundannete
Ogni anno a murì crepete
Matteo Salvatore
Secondo la terminologia più accreditata, carnevale deriva dal latino carnem levare, cioè eliminare la carne dopo l'ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, immediatamente prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Per prescrizione ecclesiastica il carnevale è collocato fra l'Epifania e le Ceneri, inizia cioè con la prima delle sette domeniche che precedono la settimana santa, la domenica di settuagesima e termina con la vigilia delle ceneri, dura due settimane e due giorni con un breve spazio temporale che va dal giovedì grasso al martedì grasso. Per la Chiesa cattolica il tempo di carnevale è detto anche tempo di settuagesima ed è l'occasione per una riflessione e una riconciliazione con Dio.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookEsposizione invenzioni

Nell'irripetibile scenario dei Sassi di Matera si è tenuta domenica scorsa la prima edizione della Esposizione delle Invenzioni sul tema "Innovazione Tecnologica e Umana" promossa dalla Delegazione Regionale Lucana dell'Associazione Nazionale Inventori Italiani.
L'iniziativa, che sin dal suo annuncio ha suscitato interesse e curiosità in tutta la popolazione lucana e in quelle delle regioni limitrofe, ha goduto del patrocinio di ben quattro ministeri e della fattiva collaborazione delle associazioni Meglio l'uovo oggi che la gallina domani, Moglie e buoi dei paesi tuoi, Attacca il padrone lì dove vuole l'asino, Dove troppi galli cantano..., Quando il gallo canterà... e dell'Agenzia di viaggi Vapertour, e non ha deluso le aspettative degli oltre settantacinquemila visitatori paganti e degli altrettanti non paganti compresi, fra questi, le autorità e i loro parenti e amici e sostenitori.