Appunti per il 4 novembre

Bertolt Brecht
Il parto della grande Babele
Quando era giunta l’ora delle doglie, si ritirò all’interno delle sue stanze e si circondò di medici e di veggenti.
Sorse un mormorio. Nella casa entravano uomini autorevoli con le facce serie e ne uscivano con le facce preoccupate e pallide. E il prezzo del bianchetto raddoppiò nei negozi di cosmetica.
Il popolo si radunò nelle strade e ci restò dal mattino alla sera, con lo stomaco vuoto.
Dono, reciprocità, crescita sostenibile. Adesso

La decrescita serena, una sfida per il Mezzogiorno?
Serge Latouche
Professore Emerito di economia, università di Paris Sud-Orsay
Mercoledì 10 novembre 2010
Matera, Palazzo Lanfranchi
ore 19.30
Anita

abito lungo blu notte con una spirale vertiginosa di stelline come la via lattea. Disegno di Federico Fellini
«La dolce vita sarà una pietra emiliana»
diceva Peppino Amato, produttore del film.
Scena 42
Ristorante Domus Aurea Est. Notte
Terroni

Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero “meridionali”
Piemme, pagg. 306 - € 17,50
Di cosa si parla quando si parla del Centocinquantesimo dell’Unità d’Italia? E l’Italia è una nazione unita? O è un paese irrimediabilmente in frantumi? Che speranza c’è di vedere una nazione solidale tra tutte le sue componenti? O bisogna rassegnarsi ai politici con la faccia dei Calderoli, dei Tremonti, dei Bossi, dei Brunetta e dei Bondi; o di quelli dalla faccia rifatta?
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In cucina per alimentare la nostra memoria dei defunti: ma i morti mangiano? o siamo noi vivi che mangiamo per loro? Le risposte, apparentemente semplici, prova a darle la studiosa di storia e tradizioni popolari Bianca Tragni nel suo libro Il cibo dei morti, edizioni Palomar, 2006.
Quando si nomina il cibo nei contesti luttuosi si pensa subito al consolo, u cuonz nella maggior parte dei dialetti murgiani, che fa ormai parte degli amarcord di chi si aggira intorno alla cinquantina.
Knowing&Printing.02

sx Proposta per il prossimo manifesto per il 2 luglio: redesign del classico cucù di Matera trasformato nel carro della Bruna nel momento dell'assalto. Geppetto, Matera, 2010
dx Confalonieri, Negri, Provinciali, Tovaglia - CNPT (1963-1965). La botte e il violino - Mobili Mim, 1964-1966.
Rivista diretta da Leonardo Sinisgalli. Copertina di Georges Hugnet. Re-photo di Luigi Roberti.
Le applicazioni offset dalla progettazione alla realizzazione dello stampato. Questo il tema di Knowing&Printing, workshop organizzato venerdì 29 ottobre 2010 da Antezza Tipografi presso la propria sede di Matera, giunto alla seconda edizione. Per una giornata l'azienda è diventata luogo di sperimentazione per l'espressione di eccellenze nel mondo della stampa, luogo per poter far cultura sulle arti grafiche e punto di riferimento per i professionisti della comunicazione e per i numerosi studenti di design e giovani grafici provenienti da varie parti d'Italia.
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È tornata alla luce, dopo quasi mezzo secolo, la mosca tung-tung. La si dava per scomparsa. Invece la tenacia e la perseveranza di un oscuro ricercatore di provincia, Agatino Tuturuttù, hanno acclarato ciò che della tung-tung si è sempre sospettato: la sua esistenza.
Arrivò in Europa al seguito delle truppe americane durante il secondo conflitto mondiale. In Italia si propagò in particolare nelle regioni del centro-nord prediligendo le aziende dov'erano i bovi per i lavori agricoli.
In Basilicata la tung-tung si diffuse nei primi anni sessanta del XX secolo, quando i reparti speciali dell'esercito statunitense installarono le rampe per puntare i missili atomici in direzione dei paesi del Patto di Varsavia. La tung-tung prosperò in questa regione per due decenni fino a quando i trattori non soppiantarono i bovi nei lavori agricoli, in special modo nell'aratura dei terreni.
Pugni. Uno

Da dove viene e dove va il canto popolare?

Una domanda simile può sembrare mal posta se non inutile. Non sappiamo tutti che il Canto popolare è il canto della nostra terra, del nostro vicinato, quello in cui i nostri antenati si sono identificati (e noi con loro), l'espressione più alta della nostra cultura contadina e artigiana, quella che marca decisamente la nostra identità etnica e di cui andiamo fieri? E dove può andare ormai il Canto popolare, se quell'habitat socio/economico/culturale si è definitivamente dissolto?
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Finestre sull'Italia. Manifesti italiani dopo il 1990
a cura di Mario Piazza, Flora Bianchessi e Jochen Oor
dal 24 ottobre 2010 al 23 gennaio 2011
Affiche Museum
Grote Oost 2-4
1621 BW Hoorn (Olanda)
L'Italia è il paese del design ed è tradizionalmente una culla europea delle arti applicate. Ha una posizione particolare nel campo delle arti visive, dell'architettura e della moda. Queste discipline sono spesso le più importanti a e più conosciute a livello internazionale, e sono la dimostrazione di una straordinaria e duratura padronanza delle forme e dello stile italiano. Ma questo accade anche con la progettazione grafica attraverso cui possiamo vedere scorci reali di questa ricerca estetica contemporanea. Possiamo intravedere l'immagine dell'Italia d'oggi. Con la grafica si può aprire una finestra che si affaccia sul paesaggio socio-culturale italiano, sugli aspetti della vita di ogni giorno, sulle tradizioni, sulle ricchezze storiche ed artistiche.
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