Gli invisibili

C'è un esercito immenso di fantasmi che ogni anno attraversa il Messico dal Guatemala, dall'Honduras, Salvador, Nicaragua. Obiettivo: i parenti che vivono e lavorano in Messico o negli Stati Uniti. Fantasmi: famiglie intere, giovani appena sposati, bambini, anziani. Tutti senza nome, senza identità.
La politica migratoria messicana impedisce loro di attraversare ufficialmente il Messico. Devono farlo da clandestini, devono attraversare le strade più pericolose. Ogni anno ventimila di questi fantasmi saranno sequestrati dagli uomini del crimine organizzato. Saranno torturati, le donne stuprate. La maggior parte saranno uccisi e poi ritrovati a gruppetti in fosse comuni. Una piccola percentuale si salverà. Quelli che riusciranno a pagare un riscatto da 100 a 3000 dollari. I narcos contattano le famiglie e chiedono di versare il riscatto presso gli sportelli della Western Union che gestisce così un ingente traffico di denaro e si rifiuta di fornire gli elenchi dei beneficiari.
Un punto di vista dalla Lucania


A me piace stare nell'assiduo, mi scruta Carmine tra lo zigomatico e il sopraccigliare.
Gli schiocchi delle carte danno il ritmo a sfottii antichi, ripetuti infinite volte sotto questa luce al neon. Stefano è di casa e si sottopone paziente al rito di riconoscimento, Andrea è veterano e si perde nel ricordo di un freddo così freddo che non riesci a pensare; ma io, che sono nuova, non so dove poggiare gli occhi.
Due muli in direzione Quirinale

Fa tappa a San Lucido, in provincia di Cosenza, l'originale iniziativa Ecomulo. Mirko Adamo e Federico Price Bruno, partiti da Portella della Ginestra (Pa), fanno rotta verso Roma: obiettivo Quirinale, per recapitare le istanze emerse dai momenti di socialità che un lungo viaggio come il loro crea, in particolare se condotto sul dorso di due muli, Giovanni e Paola.
Il viaggio all'insegna della legalità e dell'eco-sostenibilità vuole creare momenti di aggregazione per scoprire i problemi del territorio che viene percorso, ma anche la dimostrazione che la lentezza, in questo caso del viaggio, porta verso una maggiore conoscenza dello stato di cose dominante e diventa misura che conduce verso un cambiamento sociale inevitabile.
Omofobia


È ormai prassi consolidata in Italia, da parte di designer di una certa formazione culturale che considerano la comunicazione visiva una pratica interventista, uno strumento in grado di informare ed educare, produrre autonomamente iniziative con l'intento di accendere il dibattito intorno a temi cruciali per la vita civile del nostro Paese. Omofobia presenta una serie di manifesti progettati e stampati da Studio FM, uno tra i più interessanti studi di grafica milanesi, proprio in occasione della giornata contro l'omofobia del 2010.
Festa grande d'Aprile

Guardatevi! Territori di bande! Misure di sicurezza!
La Resistenza Italiana a cura del Corpo Volontari della Libertà, 1947. Copertina di Remo Muratore.

Bilancio di una lotta. Abbiamo pagato la libertà 46.187 partigiani, 46.000 soldati, 40.000 deportati morti.
16.D. Rionero in Vulture (Pz), settembre 1943. Un operatore militare canadese ritrae la folla radunatasi per ricordare le 18 vittime della breve sanguinosa occupazione del paese da parte di militari tedeschi e di paracadutisti italiani della divisione "Nembo", durata dall'11 al 28 settembre.
Mostra della resistenza italiana, di Remo Muratore e Italo Pietra, Bordeaux 1947.

La stessa foto pubblicata nel libro La Resistenza Italiana del 1947 è accompaganta dal testo: L'Italia giovane e nuova, con le case bruciate sui monti, coi quadri rapiti, coi soldati caduti, coi deportati spenti, coi partigiani massacrati. Non abbiamo sotterrato cadaveri, ma semente.

Diagramma del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.
A tenere su la vita con un paio di bretelle

Forse ha ragione la donna delfino
che la vita è proprio come te la immagini tu:
ad ognuno la sua verità,
la sua dose di fantasia.
C'è chi odia la gente quando accende la tv,
chi l'ha data via per niente e chi non ce la fa più,
chi sorride alla morte in un giorno d'amore,
chi sta in fila da anni, chi non può più aspettare.
E tu, aggrappata ad un angolo di cielo a guardare
questo mondo che si infiamma,
che si abbraccia o si scanna;
ci sei tu,
con il culo per terra
e il morale alle stelle,
a tener su la vita
con un paio di bretelle.
Brunori sas, Fra milioni di stelle
Frankenstein

Gianni Sassi (Varese 1938, Milano 1993) è stato un grafico e soprattutto un intellettuale di primissimo piano nel panorama italiano e non degli anni 60-90. Una personalità straordinaria ed eclettica, autore di progetti geniali e di infinite iniziative in ogni campo, tutte al di fuori di ogni possibile omologazione, un cultore delle avanguardie artistiche del Novecento, futurismo, surrealismo, dadaismo, situazionisti, Fluxus.
La strada verso l'aero/porto

Mi è capitato fra le mani, in maniera quasi rocambolesca, un libricino con una curiosa copertina dai colori cupi e scuri (quelli che utilizzavano gli artisti pre-romantici che avevano abbracciato la poetica del "sublime"). Aspettavo pazientemente, seduto nella sala d'attesa dell'aeroporto di Bari, l'arrivo dell'aereo che riportava a casa mia figlia per le vacanze natalizie, quando una sconosciuta ma affascinante signora lasciò repentinamente il suo posto per scomparire fra la moltitudine di persone che stava guadagnando l'uscita. La fretta le fece cadere di mano un piccolo libro che precipitò fino a fermarsi davanti ai miei occhi. Lo raccolsi e cercai di raggiungere l'attraente signora, che, nel frattempo, si era dileguata. Iniziai a girare e rigirare il libricino fra le mani e non mi decidevo ad aprirlo. Qualcosa mi impediva di sfogliarlo e non capivo cosa finché, all'improvviso, quasi come in un sogno, l'immagine di copertina iniziò a colorarsi con i colori del dipinto "Città che sale" (del futurista Umberto Boccioni) fino a trasformarsi nelle ardite e fantastiche prospettive dell'architetto futurista Antonio Sant'Elia. L'immagine visionaria delle architetture di Sant'Elia mi riportò alla realtà e, tornato diligentemente al mio posto, iniziai, finalmente, a sfogliare le pagine, sempre diligentemente, una dopo l'altra ma senza trovare il coraggio di incollare gli occhi sulle parole per iniziare a leggerle. La mente era troppo occupata all'immagine di copertina, era come se fossi finito in un sogno senza aver chiuso gli occhi, senza che mi fossi addormentato.
Bellissimo. Come ci vedono gli americani

Italianissimo è un libro di notizie e consigli utili al turista reale o immaginario per conoscere la cultura, le tradizioni, le virtù e gli stereotipi italiani (a cominciare dal rimando di copertina, il cappuccino), ricco di schemi, illustrazioni e fotografie d'epoca. È edito da Little Bookroom; il design è curato da Jessica Hirsche.
Sta zitto e continua a servire!


Disegnatore dalla penna pungente e cronista della vita quotidiana, George Grosz (Berlino, 1893-1959) non fu mai semplice testimone della realtà del suo tempo, ma usò il disegno per smascherare e denunciare ipocrisie e finzioni della società tedesca contemporanea: «L'arte del disegno – era solito dire – può essere un'arma efficace contro il medioevo brutale e la stupidità degli uomini del nostro tempo, a condizione che venga esercitata da una volontà decisa e da una mano esperta». Dopo esperienze cubiste e futuriste, pubblicò la prima raccolta di disegni, caratterizzati da un segno abbreviato e incisivo, uno stile tagliente, suscitando scandalo e indignazione negli ambienti borghesi per la intenzionale volgarità dei soggetti trattati. Nel 1917, con John Heartfield e Wieland Herfelde poco più che ventenni, fondò la casa editrice Malik che attraverso la pubblicazione di libri, riviste e cartelle contro lo spirito politico del periodo gli costò diverse denunce e condanne per diffamazione dell'esercito e per divulgazione di scritti osceni e blasfemi. Dal 1918 aderì al dada berlinese, che utilizzò come strumento crudo e inquietante di denuncia del militarismo e della borghesia della Germania.
I disegni di Sta zitto e continua a servire!, Siate sottomessi all'autorità e Discesa dello Spirito Santo provocano un processo per vilipendio della religione che, attentamente seguito da intellettuali e artisti, si protrae dal 1928 al 1931, in un susseguirsi di sedute, sentenze, appelli e revisioni, con un cospicuo ricorso a esperti, con sequestri, proteste pubbliche, difese dei "sani sentimenti popolari" ma anche delle libertà di espressione artistica. Alla fine si ordina di distruggere il disegno di Cristo con tutti i documenti; per il resto Grosz viene assolto.