L'editoria italiana ha nascosto le idee liberali
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Disegnare il libro. Grafica editoriale in Italia dal 1945 ad oggi, Grafis Edizioni, 1989.
La crisi culturale, economica, morale che investe il nostro paese ha delle cause ben precise: una società fondata sul privilegio e non sul merito, sul corporativismo stratificato degli interessi e non sulla competizione, sull'ideologia che per anni ha portato a ritenere che il mercato fosse un male e che l'intervento della politica nell'economia fosse la strada per correggere le iniquità e fondare una società più giusta, che la libera impresa fosse un'entità da imbrigliare e tenere sotto controllo piuttosto che un potente fattore di innovazione e di energia positiva, che lo Stato dovesse diventare sempre più grande e che le politiche di debito pubblico avrebbero garantito un benessere diffuso. Sappiamo tutti quanto queste ricette abbiano fallito e come oggi di tutto questo paghiamo le conseguenze. Lo stesso Mamet, riferendosi alla situazione del suo Paese, ne è ben consapevole. Ma lo scarso appeal che parole e concetti come merito, competizione, società aperta hanno avuto nella scuola e nella società italiane è ben più clamoroso ed è il riflesso di un'egemonia culturale che è passata anche attraverso l'editoria libraria, dove per decenni si è vissuto un vero e proprio ostracismo nei confronti di autori e teorie non ritenuti politicamente corretti.
Mare d'amare e amare riflessioni
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Come si può notare dalla foto, i miei figli dimostrano di apprezzare l'acqua pulita del mare di San Lucido (Cosenza). In questo mese di agosto l'acqua è veramente pulita, come non si vedeva da anni. Mi hanno spiegato che si è in presenza di una buona gestione del depuratore con controlli quotidiani. Inoltre è stata realizzata una condotta sottomarina per lo scarico delle acque bianche a 200 metri dalla riva. Il mare calabrese non è tutto nero! Ci sono isole felici e, come è facile dimostrare, dipende molto dalla gestione dei depuratori.
Fotografia e fotomontaggio
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Mandé Daguerre, vedute del Boulevard du Temple a Parigi, 1838, dagherrotipo.
"Questa è la prima fotografia, una delle prime vere fotografie nel senso in cui noi utilzziamo il termine, che sia stata fatta. È una veduta del Bolevard du Temple presa a Parigi con una posa relativamente breve [...]. Daguerre riesce, con uno studio approfondito delle reazioni chimiche, a ottenere l'immagine in pochi minuti, nessun ci fa caso ma sulla sinistra c'è una persona ferma, alcuni dicono sia un lustrascarpe, secondo me è un'omino che aveva messo lì Daguerre dicendogli di stare fermo per alcuni minuti".
Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia, Quodlibet Compagnia Extra, 2010.
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Con l'invenzione della fotografia (Daguerre, 1822) si offrì al mondo un nuovo strumento di contemplazione e conservazione delle meraviglie dell'arte, dell'architettura, degli eventi storici e naturali. Come sottolineò Paul Valéry, l'invenzione della fotografia produsse un profondo cambiamento del modo in cui l'uomo rappresenta il mondo, proponendosi come uno strumento straordinario di conoscenza. Tale scoperta generò negli artisti un atteggiamento di rifiuto del romanticismo, dando il via ad un periodo di apertura alla sperimentazione che porterà alla nascita dell'arte moderna (1860 circa). La pittura, che fino ad allora era stata impegnata a ritrarre la realtà, poté dunque dedicarsi ad esplorare il mondo interiore. La fotografia allo stesso tempo liberò la letteratura dal vizio della prolissità, nonchè dalla tendenza a descrivere il falso, favorendo la Bella Letteratura, impegnata a perfezionare il discorso che espone e costruisce il pensiero astratto. Ciò che non ha corpo e non è fotografabile è letteratura.
San Rocco visto da lontano
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Il carro di San Rocco, 1982 (dipinto a olio 130x200 cm).
Quando sento parlare di San Rocco avverto sempre una cosa strana, è un'emozione, sarà perché io al santo ci credo. San Rocco è il mio santo protettore, cioè protegge da terremoto e da peste moderna la comunità nella quale vivo, lavoro, dove ho casa, famiglia, affetti; la mia identità, insomma.
Caparezza. Eretico tour
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Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati, siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio: «Non sono Stato io!»
Caparezza, Non siete Stato voi (Il sogno eretico, 2011)
Due ore di musica, cascate ciclopiche di suoni, di parole, luci, immagini e colori, vertiginose animazioni, travestimenti, spettacolo, animazioni, ritmi rap, parole irriverenti, sarcasmo, parodie cinematografiche, protesta, evocazione di fatti storici, poesia futurista e inni alla vita con totale coinvolgimento del pubblico, che ha cantato insieme a lui per tutto il concerto. Un concerto senza biglietto, tutto dedicato agli operai della Fiat di Melfi in lotta per campare la famiglia e per la pensione. Legalize the premier!
Il vino e la grotta
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5 e 6 agosto 2011
Montescaglioso, Mt
Abbazia di S. Angelo.
Venerdì 5 agosto,
ore 21
Degustazione vino rosso/bianco e percochi.
In Vino maracas (improvvisazione dadaista con percochi, damigiane e percussioni).
Video proiezione: Le cantine-grotte di Montescaglioso.
Sabato 6 agosto,
ore 21
Degustazione di vini lucani nel chiostro della celleraria
La Bandaccia in concerto in piazza Giovanni Paolo II.
Super muros istos angelorum custodiam
(Sopra queste mura c'è la custodia degli angeli)
Le più antiche testimonianze della coltura della vite, nel territorio di Montescaglioso, si rintracciano già nel VII secolo a.C. nell'abitato indigeno di Lama di Mille ove gli archeologi hanno rintracciato testimonianze di coltivazioni e impianti di spremitura delle uve associati spesso all'ulivo. Il vino accompagna i rituali ed i ruoli del mondo antico e costituisce una importante voce della produzione agricola ma anche del paesaggio e dell'organizzazione degli abitati ove lo scavare grotte per conservare soprattutto il vino diviene una pratica costante e ben radicata.
La Scentifica nel ricordo di Piko
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Scivola sulle parole emozionate di Nino De Natale, che ci ha suonato insieme e per la durata di un pezzo evade dalla trincea del mixer e prende posto dietro ai piatti; riaffiora dal pozzo di insolite tonalità basse in cui si cala, per lo stesso pezzo, Serena Renna; ondeggia sulle corde a cui si aggrappa forte la voce di Ugo Bezzi il ricordo di Paolo Pecoriello. Brucia, lo spirito di Paolo, soprattutto nell'interpretazione de La Scentifica: è alcol etilico su quei tizzoni ardenti che sono le chitarre di Andrea e Valerio, il basso di Raffaele, la batteria di Simon.
Nomi, Cognomi e Infami
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ore 20:30,
1° chiostro Abbazia Benedettina San Michele Arcangelo, Montescaglioso, Mt.
La lingua dell'arte ha in Cavalli un interprete d'eccellenza. Da tempo porta in scena, dei mafiosi, il loro essere osceni. Da tempo conduce contro le mafie la battaglia della parola. Il suo è un antiracket culturale consapevole che le difficoltà della stagione che il nostro Paese vive, lungi dall'imporre il silenzio, richiedono appunto – qui e ora – la parola.
Gian Carlo Caselli
Lo spettacolo di Giulio Cavalli è tratto dal suo libro che non è un libro come gli altri. Nomi, Cognomi e Infami è il diario impersonale di un anno di storie incrociate in una tournée che è scesa dal palco per diventare la sua storia: quella di un attore di teatro che vive sotto scorta ormai da tre anni.
Migrant workers journey
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![121-palazzi_penso_migrante](/images/stories/documenti02/121-palazzi_penso_migrante.jpg)
È il viaggio in Basilicata di Michele Palazzi e Alessandro Penso ad aver vinto il primo premio della sezione Project Launch di Center, organizzazione no-profit di Santa Fe (New Mexico, Stati Uniti) che supporta e promuove progetti fotografici. Abbiamo posto qualche domanda ai fotografi.
BMN Live Festival
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