Terra rivoltata
Ideato da Ferdinando Mazzitelli e sostenuto dalla Fondazione Southeritage per l'arte contemporanea, si è tenuto nel centro storico di Montescaglioso (Mt), il 29 aprile 2011, il programma aMonte, esito progettuale della prima esperienza effettuata nell'agosto dell'anno precedente dal gruppo artistico OsservatorioinOpera, chiamato ad agire in stretto rapporto con i luoghi e a cercare un confronto con il territorio e con le realtà creative operanti in Basilicata.
Il punto di vista del forestiero, a costo di apparire ingenuo, è più immediato, più distaccato e riesce a cogliere a prima vista quegli aspetti che vengono sottovalutati dagli abitanti stessi. Il confronto diventa lo strumento iniziale dell'operazione critica che ha permesso di avvicinare il territorio, muovendo situazioni individuali e molteplici, scegliendo di partire da una visione dal basso, da segni che possiamo lasciare e che si oppongono ai modelli di semplificazione come appiattimento di un liberismo globalizzato.
Datemi una leva
Carpon carponi, strisciando lentamente e avanzando a zigzag sul soffice e colorato tappeto del soggiorno, il piccolo Rocco s'imbatté in una gamba nera e luccicante. Non era lo stivaletto di pelle scura e matta della mamma, la cui voce matura e intensa gli giungeva dalla cucina: non gli era mai capitato di vedervi riflesso un volto in movimento e, comunque, mai quella gamba restava silenziosamente immobile quando si sforzava di abbarbicarsi ad essa aggrappandosi ai lembi della lunga gonna di seta e cercando di raggiungere la posizione eretta.
Questa terra è la tua terra
Habemus histroniem
Di solito dopo aver visto un film interessante, che ci ha colpito, che ci ha tenuti immobili sulla poltrona del cinema, che ci ha fatto dimenticare del tempo che passava, insomma un film che ci è piaciuto tanto, si ha la tendenza a non parlarne, a rimandare i giudizi per poter meglio assaporare le immagini, i suoni, la recitazione, i movimenti di macchina. Si cerca cioè di conservarne il ricordo per un lungo periodo di tempo prima di esprimere il nostro pensiero.
Questa volta no. Questa volta voglio dire subito cosa penso del film che ho appena visto.
Sono appena uscito da una sala cinematografica completamente deserta che ha accolto nel buio sette persone, compreso me e mia figlia, dove ho potuto godere del più graffiante, del più ironico, del più coraggioso, del più corrosivo, del più dissacrante film di tutta la storia del cinema.
Sto parlando del film di Nanni Moretti Habemus papam.
Federico Fellini nel suo Roma ci aveva illuso nel mostrarci quello che avevamo creduto il limite irraggiungibile della satira sulla chiesa cattolica. La rappresentazione della sfilata di abiti per il clero non aveva mai prima di allora raggiunto punte così alte. Nanni Moretti supera quel limite e ci costringe a ragionare su un uomo, un uomo solo, eletto papa con il terrore di assumere quel ruolo.
Le più belle bandiere dei lavoratori
Con il 150° dell'Unità d'Italia abbiamo assistito alla scoperta di parole desuete dal sapore retro e un po' fascista, come patria, e a un corale sventolio di tricolori. Le bandiere rimangono un elemento identitario forte, non è un caso che in altri periodi leader-ministri-secessionisti del governo con la bandiera si sarebbero volentieri puliti il culo (che delicatezza!).
È dileggio di un simbolo e della sua storia. Si bruciano, quelle blu con la stella ebraica di Israele o a stelle strisce americane. Il 1° maggio di quest'anno, a Torino, abbiamo visto bruciare quelle a strisce verdi della Cisl e azzurre della Uil. I regnanti, guerrafondai per definizione, non ci fanno mai mancare occasioni per esporre quelle ad arcobaleno della pace, bandiera di protesta, vista le prime volte nelle manifestazioni americane degli anni sessanta a favore dei diritti agli omosessuali.
Un fior di libro
Approfittando delle prossime elezioni comunali a Montescaglioso, in cui i due più importanti schieramenti politici si affronteranno stilando programmi che si spera rispecchino le reali esigenze della città, l'Urlo del sole molto modestamente avanza delle proposte e delle idee che su questo blog mette a disposizione di chiunque voglia trame spunto e riflessione.
Una delle preoccupazioni che più stanno a cuore a questa redazione è quella della cultura.
Cultura intesa, in senso generale, come capacità di conoscenza, di giudizio, di pensiero libero, di organizzazione, di spirito critico, di elaborazione mentale, di preparazione, di ampia e cosciente visione del futuro e infine come risorsa economica. Una cultura che dia la possibilità di mettere in discussione scelte opinabili e permetta di criticare l'operato di chi è stato incaricato dalla popolazione a governare e quindi a decidere. Una cultura che dia la forza anche di deridere il potere scardinandolo dalle radici come pare fosse descritto nel mai ritrovato secondo libro della Poetica di Aristotele dedicato alla Commedia.
A questo concetto di cultura sono strettamente legati due grossi settori di intervento fra di loro connessi e dai quali questa deriva: la scuola e la biblioteca. Della scuola ci proponiamo di scrivere al più presto, anche se in qualche modo abbiamo espresso precedentemente il nostro pensiero, mentre della biblioteca di cui abbiamo urgenza di parlare per cui prevediamo un ampio sviluppo che le consenta di essere al centro della vita culturale montese analizziamo subito le difficoltà e le prospettive negli articoli che seguono.
Poveri partigiani
Storie di grafica: Aldo Novarese
Una ricerca sui grafici e i tipografi che presero parte alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo, svolta nel 2010 all'interno del corso di progettazione grafica del secondo anno di specialistica dell'Isia di Urbino, ha avuto il merito di fare un po' di luce sul loro impegno, indagando fatti e vicende tragiche di cui furono protagonisti. Furono uomini semplici, lavoratori ed intellettuali che, ubbidendo ad una necessità interiore, misero a disposizione le loro conoscenze professionali o scelsero la lotta armata per reagire alla sopraffazione e l'odio e poi, con la ricostruzione, si impegnarono a dare forma concreta agli ideali di libertà, di pluralismo, di autogoverno riassunti nella Costituzione. Tra questi una delle figure più amate e care è sicuramente Aldo Novarese. Lo vogliamo ricordare, per chiarire il dna della nostra cultura.
Novarese, un uomo dai molti caratteri
di Laura Fuligna
Aldo Novarese, "uomo di raffinate conoscenze e di rara esperienza progettuale circa la moderna estetica applicata alle lettere", pur essendo l'ultimo erede di una secolare tradizione nell'Arte della stampa, quella italiana di Aldo Manuzio, Giambattista Bodoni, Raffaello Bertieri e Giovanni Mardersteig, è stato una figura molto spesso dimenticata come fosse il normale destino di coloro che per una vita si impegnano nella produzione di strumenti tecnici concreti (i caratteri) per l'elaborazione di pensieri astratti, utili al cammino dell'intera umanità.
Lo sguardo e la mano
reFresh è il viaggio in un passato inesplorato, la discesa nelle falde dell'interiorità nel tentativo di afferrare frammenti d'infanzia e, al contempo, di rivivere e redimere reminiscenze di sentimenti e angosce ancestrali. Ricordo e assenza, linearità e affastellamento di immagini, sinestesie mediali prendono forma attraverso lo sguardo e la mano, in una ricerca che si dilata senza risolversi.