La realtà a colpi di ascia

Di che cosa sono fatti i disegni di Roland Topor?
Certamente della stessa sostanza dei sogni, di quelli che si insinuano bizzarri nel dormiveglia, se si è mangiato troppo, come accadeva al piccolo Nemo goloso di torte ai lamponi, oppure, più probabilmente, di quelli terribili che a notte alta fanno balzare in piedi, pieni di angoscia. Paradossalmente una delle poche immagini che abbia un soggetto dichiaratamente onirico è anche la meno efficace. Si tratta di "E li chiamano sogni" del 1974, una beffarda constatazione delle creature che fittamente popolano i sogni di non meglio precisato giovanotto. Inevitabile si fa la citazione del famoso quadro del pittore svizzero Füssli, l'Incubo, quello che Freud teneva ben visibile appeso nel suo studio (ammonimento o sfottò?). E altrettanto inevitabile si fa l'interrogativo sulle influenze e i legami del disegnatore polacco nei confronti di chi prima di lui ha saputo evocare demoni o angosce, da Bosch a Bruegel, da Kubin a Magritte.
Il lavoro ai tempi di internet

Una mia amica ha scritto su facebook che per lei è solo a febbaio che inizia l'anno nuovo. Se così è, allora si possono ricominciare le pubblicazioni sul blog mostrando come Stefania Lusini, illustratrice dal talento innegabile, racconta i mesi dell'anno per Intema srl, azienda di tecnologie informatiche lucana. Valga da buon auspicio.
Abcittà

abcittà
alfabetieri illustrati
progetti degli studenti ISIA
diploma accademico di 2° livello corso di Illustrazione
docente Chiara Carrer
21 gennaio – 13 febbraio 2012
La libreria del barbiere via Gioacchino Rossini, 38
Pesaro
Il percorso
abcittà è il risultato del corso del primo e secondo anno d’illustrazione.
Il percorso è costituito da ventidue libri di piccolo formato che raccolgono le riflessioni fatte dagli studenti sulla città, in forma d’alfabeto. Lo sguardo è stato chiamato a documentare, raccogliere, analizzare aspetti diversi della città, soggetti e paesaggi architettonici che raccontano un’umanità spesso sfuggente, appena accennata, carica di sentimenti e denunce. Gli appunti diventano immagini realizzate con strumenti molto diversi evidenziando come la tecnica sia portatrice di poetiche personali.
Il lapis e lo stregone

Va dato atto e merito ai pionieri del graphic design, che hanno iniziato il faticoso percorso a ridosso della seconda guerra mondiale, degli incredibili progressi che il g.d. ha compiuto nella sua trasformazione da"pittura pubblicitaria", considerata arte minore, a quello che è diventato, decollando verticalmente dopo gli anni '60 e per tutti gli anni a seguire sino ad oggi, nella sua trasformazione, in una vera e propria disciplina scientifica.
Lo sviluppo della segnaletica, della cartografia, dell'archigrafica, della grafica applicata alla comunicazione sociale, nel design dei francobolli, delle monete, nella descrizione per immagini dei fenomeni scientifici e statistici, tutto sostenuto da solidi studi sul cromatismo, sulla percezione ottica, sull'architettura del carattere ed altro ancora.
Appello: abbracciamo la cultura

La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l'arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli.
Marcel Proust
I Beni Culturali del nostro Paese sono un giacimento enorme di opportunità di crescita economica, sociale e culturale. Questo straordinario patrimonio ereditato dalla storia e di cui noi siamo custodi, appartiene all'intera umanità e questo carica il Paese della grande responsabilità di tramandarlo alle future generazioni. Sulla valorizzazione di questa immensa ricchezza l'Italia può costruire una strategia di sviluppo sostenibile per l'oggi e per il futuro.
Divieto di affissione

Utilizzare i muri del quartiere per esporre, come se fossero le pareti di una galleria. Ipotizzare un nuovo spazio urbano in cui i muri delle case, come le pagine di un giornale, diventino un modo per fare informazione, per raccontare storie, di casa nostra, e anche per aprire – come una sorta di televisione di strada – finestre sul mondo. È la doppia scommessa con cui si misura Divieto di affissione, progetto pensato per un quartiere di Torino, il Quadrilatero romano.
J. Wayne Productions, il ventennale

Rocco Lomonaco & Ferdinando Mazzitelli + J. Wayne Production
Bari, 11 novembre – 8 dicembre 2011
Museo Nuova Era
Per quest'occasione i due artisti, la cui collaborazione era assente dalle scene da diversi anni, presentano opere personali e celebrano anche il ventennale della J. Wayne Productions, laboratorio artistico immateriale nato nel 1991 a Montescaglioso (Mt).
La bicicletta dell'anarchico

I guai a Giuseppe arrivano dall’America.
Gli rovineranno il resto della vita.
A mettere in moto l’ingranaggio da cui non uscirà più è il console italiano di New York che il 31 gennaio del 1901 comunica al ministero degli interni che un certo Di Bello, o De Belli Giuseppe di Domenico, barbiere di Salandra, durante il soggiorno ad Hartford, nel Connecticut, si è occupato “attivamente della propaganda anarchica e della costituzione di gruppi partito”.
Sempre a suo dire, Giuseppe, che da due mesi è tornato in patria, ha portato “lettere di anarchici per i compagni d’Italia” fra i quali ha ricevuto l’incarico di tenere viva l’idea.1
Aliano fra letteratura e storia

Giunto come una divinità in incognito all’isola fra i burroni chiamata Aliano, Carlo Levi, il medico e pittore che nel 1935 il regime aveva condannato a tre anni di confino in Lucania per attività antifascista, attribuirà alle sue “terre nascoste” il merito d’averlo fatto umano.1
Si adottarono, in tempi e con modalità diverse, a vicenda.
Indubbiamente quell’Italia immersa in un tempo arcaico esercitò sull’intellettuale torinese una tale fascinazione da far quasi temere a chi lo conosceva che là potesse perdersi fra donne velate, capre, streghe ed angeli. “Non affondare troppo i tuoi occhi in quelli neri e senza fondo di quella gente…Parlami d’amore, non parlarmi di Aliano”, gli scriverà nel marzo del 1936 Paola Levi con la quale ha una relazione.2